Un farmaco anti-epilettico efficace contro gli effetti dell’Alzheimer

Giuseppe Ruggieri

Un team di scienziati del Beth Israel Deaconess Medical Center ha testato su pazienti affetti da Alzheimer lieve un farmaco anti-epiletico che si è dimostrato in grado di ripristinare la compromessa attività cerebrale. Il team, guidato dal professor Daniel Z. Press, del Berenson-Allen Center for Non-invasive Brain Stimulation at BIDMC, ha documentato i cambiamenti nell’EEG dei pazienti e dimostrato che il medicinale ha un effetto benefico. I risultati della sperimentazione, pubblicati sulle pagine del Journal of Alzheimer, aprono la strada a nuove terapie. “Se l’anormale attività elettrica causa dei danni nel cervello – evidenzia Press, professore di neurologia presso la Cognitive Neurology Unit al BIDMC, nonché professore associato di neurologia presso la Harvard Medical School – sopprimerla potrebbe potenzialmente rallentare la progressione della malattia”.

Prima sperimentazione effettuata sull’uomo
In questo studio un piccolo gruppo di pazienti è stato visitato al BIDMC per tre volte. Ad ogni visita, i pazienti sono stati sottoposti a EEG per misurare l’attività elettrica del loro cervello. Successivamente, i pazienti sono stati trattati con iniezioni di levetiracetam, il farmaco anti-epilettico ad una dose bassa (2,5 mg / kg) o ad una dose maggiore (7,5 mg / kg). Né i pazienti né i medici sapevano quali iniezioni i pazienti stavano ricevendo. Dopo le iniezioni, i pazienti sono stati sottoposti a un’altra EEG e poi alla risonanza magnetica (MRI) per misurare il flusso di sangue nel cervello, sempre per quantificare l’attività cerebrale.

Attività elettrica dei malati è tornata normale

I pazienti sono stati sottoposti ad un test cognitivo standardizzato, progettato per misurare la memoria, funzioni esecutive di denominazione, capacità visuo-spaziali e funzione semantiche, tutte funzioni normalmente colpite nella malattia di Alzheimer. Sette pazienti che hanno completato il protocollo di studio hanno mostrato dei cambiamenti negli EEG. Nel complesso, dosi più elevate del farmaco anti-epilettico hanno dimostrato di essere in grado di normalizzare le anomalie osservate nei profili EEG dei pazienti. I ricercatori hanno osservato un aumento complessivo di frequenze delle onde cerebrali che erano anormalmente basse nei pazienti con malattia di Alzheimer prima di ricevere la dose più alta di levetiracetam, e, allo stesso modo, hanno osservato una diminuzione di frequenza di quelle onde cerebrali che erano eccessivamente alte prima del trattamento.

Nessuna valutazione delle funzioni cognitive
“E’ necessario specificare che i pazienti non hanno dimostrato alcun miglioramento della funzione cognitiva dopo una singola dose di farmaco – ha spiegato il professor Press -. Ci stiamo preparando per uno studio più grande e più a lungo termine”. Il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer aumenta notevolmente con l’età. Oggi, colpisce più di 5 milioni di americani, una cifra che dovrebbe raggiungere i 16 milioni entro il 2050. Negli ultimi anni, i ricercatori si sono concentrati sullo sviluppo di tecniche per eliminare dal cervello i grumi di beta-amiloide e le placche di proteina tau che si accumulano, devastando così il cervello dei malati. “Queste strategie non hanno portato a nuove terapie fino ad oggi – ha concluso Press -. Ci sono state molte delusioni ed oggi i nostri risultati rappresentano una interessante e possibile nuova strada di trattamento”.

Fonte: notizie.tiscali.it

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