I fondi stranieri planano sugli aeroporti del Nord Est: Opa su Save

MILANO – Passa di mano il controllo di Save, la società che gestisce l’aeroporto Marco Polo di Venezia e ha dato vita a un sistema di scali nel Nord Est del Paese. Dopo quasi quattro decenni di affari in tandem, Enrico Marchi ha raggiunto un’intesa per liquidare il suo storico socio Andrea de Vido da Finint, società a cui fa capo il 60% circa di Save. Per rimpiazzare una delle due gambe del tandem italiano, Marchi ha chiamato i fondi. Oltre a sistemare la questione in Finint, ha parallelamente firmato un accordo con i veicoli gestiti da Deutsche Asset Management e Infravia per la cessione a una nuova società, a cui parteciperà lo stesso Marchi, della quota di controllo in Save. Al termine del riassetto è previsto il lancio di un’Opa a 21 euro per azione, che riguarderà dunque il 40% del capitale residuo, la metà del quale – dallo scorso autunno – è in mano ad Atlantia. Il titolo di Save, a Piazza Affari, schizza al rialzo e supera la soglia di Opa (segui in diretta).

L’accordo su Finint prevede che Marchi rilevi da de Vido la sua quota del 50% nella holding che, oltre a Save, controlla anche Banca Finanziaria Internazionale. L’intesa è subordinata all’avverarsi entro il termine del 30 luglio 2017 (prorogabile al 30 agosto) di alcune condizioni sospensive, rinunciabili da Marchi, tra cui il via libera dell’Antitrust e di Bankitalia. A de Vido, dicono le ricostruzioni degli ultimi giorni, dovrebbero esser garantiti 120 milioni per l’uscita di scena, di cui una ventina in immobili.

Dopo quello con de Vido, Marchi ha firmato un secondo accordo con i fondi infrastrutturali gestiti da Deutsche Am e Infravia. Questi – insieme allo stesso Marchi – daranno vita a una nuova società alla quale verrà girata la partecipazione di controllo detenuta in Save. La newco sarà compartecipata dai tre soggetti – con accordi definiti da un patto parasociale – e Marchi è accreditato di restare socio importante con il 12% del capitale. A questo nuovo veicolo verrà venduta anche la partecipazione detenuta in Save da Morgan Stanley, attraverso Star Holdings. Gli accordi con i fondi e con Morgan Stanley prevedono una valorizzazione delle azioni Save a 21 euro. Lo stesso prezzo a cui, nel caso in cui il riassetto si concluda positivamente, verrà lanciata l’Opa obbligatoria sul resto del capitale.

Ad organizzare il finanziamento dell’operazione sono state Intesa Sanpaolo e Unicredit. “Siamo molto soddisfatti per l’accordo raggiunto con il fondamentale supporto delle prime due banche del Paese” che dà a Finint “un assetto azionario chiaro e stabile”, ha commentato Marchi nella nota che ha annunciato l’operazione. Quanto a Save “abbiamo trovato in Deutsche Asset Management e Infravia i migliori compagni di viaggio possibili per intraprendere un nuovo percorso di sviluppo, sempre nel solco di un progetto industriale già ben noto e definito: far crescere un sistema gli aeroporti del Nord-Est forte, indipendente, al servizio del territorio che rappresenta”. Marchi assicura anche “continuità” nella gestione di Save, di cui è presidente e amministratore delegato: sia Deutsche Bank che Infravia si sono infatti impegnati “a sostenere” Marchi e il management team di Save.

Oltre al sistema aeroportuale di Venezia-Treviso, la società veneta ha il 27,65% dell’aeroporto belga di Charleroi; a fine 2014 è poi entrata nel capitale del Catullo di Verona, che ha anche la gestione di Brescia, portandosi a una quota del 40,3%. Da questa operazione è nato il nuovo Polo Aeroportuale del Nord Est (Venezia/Treviso/Verona-Brescia).

Fonte: La Repubblica

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *