Milan, arrivano altri 30 milioni: closing fissato a metà aprile

MILANO – Un’altra giornata convulsa nell’ormai estenuante trattativa per la cessione del Milan. Tre i fatti che hanno scandito il venerdì che, fino alla scorsa settimana, avrebbe dovuto segnare uno spartiacque nella vicenda. Per oggi Fininvest attendeva la terza caparra da 100 milioni in assenza della quale avrebbe potuto decidere di abbandonare la negoziazione con Sino Europe. Invece la vicenda già da tempo confusa ha preso una piega, se possibile, ancora più frammentata.

ARRIVANO “SOLO” 30 MILIONI – Dopo i 20 milioni arrivati nei giorni scorsi, non sono stati recapitati i rimanenti 80 per completare la tranche di 100 (la cifra ormai abituale di queste caparre in arrivo dall’Asia). Il consorzio che fa capo a Sino Europe ha effettuato invece un versamento pari a 30 milioni. A questo punto il totale delle caparre versate da Yonghong Li è salito a 250 milioni. Secondo gli ultimi aggiornamenti, questa diventa la nuova quota oltre la quale non andare con la formula delle caparre. Fininvest si accontenterebbe di 250 milioni, con gli altri 50 milioni che verrebbero assicurati da altre forme di garanzia finanziaria (forse obbligazioni o altri strumenti nelle mani dei compratori cinesi).

ANCORA LE ISOLE VERGINI – Ma quasi nelle stesse ore un nuovo documento pubblicato da Calcio e Finanza presenta uno scenario diverso: secondo queste carte, ottenute attraverso il pubblico registro delle imprese di Hong Kong, così come successo a dicembre, sarebbe stato effettuato un versamento da una società delle Isole Vergini Britanniche: non più la Willy Shine International, ma la Rossoneri Advanced Company Limited con sede a Tortola. Questo movimento di denaro ha finanziato un aumento di capitale pari a 103 milioni di euro della Rossoneri Sport Investment di Hong Kong. Parte di questi soldi sono stati girati in Italia. Ma perché solo 50 e non tutti e 100, come era inizialmente nei piani dopo la “fumata nera” di inizio marzo (esattamente come successo a dicembre)? Secondo la spiegazione di fonti vicine alla trattativa, perché i rimanenti 50, fermi a Hong Kong, arriverebbero in Italia solo al momento di chiudere l’operazione, quindi insieme agli ultimi 220 che mancano per toccare quota 520 nel giorno fissato per il “closing” definitivo che continua a slittare in avanti.

SOGLIA DI SICUREZZA – Un cambio di programma che però, calcoli alla mano, coincide in modo perfetto con una circostanza: fermandosi a quota 250 milioni di caparra, Yonghong Li sale a una quota “virtuale” del 48%, facendo una proporzione con il valore indicato dal preliminare di agosto (la stessa quota che all’epoca avrebbe dovuto inizialmente acquistare Mister Bee). Con 10 milioni in più Sino Europe avrebbe toccato la maggioranza: sarebbe diventato ancora più difficile spiegare perché questo uomo d’affari cinese (non passa giorno senza che qualcuno lo definisca “poco conosciuto”) continua a sborsare caparre senza cautelarsi in alcun modo con acconti legati a quote societarie. Valicando il confine del 50% questa operazione diventerebbe dissennata, vista dall’esterno.

NESSUN COMUNICATO – A rendere ancora più accidentato il corso di questa giornata c’è il fatto che a lungo è stata ipotizzata la diffusione di un comunicato congiunto tra Fininvest e Sino Europe, come successo in altre tappe della trattativa. Ma, con il passare delle ore, non è stata pubblicata alcuna nota ufficiale. E quindi non è ancora possibile dire ufficialmente che è stata definita la proroga dell’accordo tra le parti, scaduto il 3 marzo scorso. In questo scenario non ha alcun senso ipotizzare una nuova data per il “closing”, ora fissato al 14 aprile. Potrebbe saltare tutto prima.

 

Fonte: Repubblica.it

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