Le motivazioni della decisione che ha accolto parzialmente il ricorso della difesa. Gli avvocati: “Ora liberate
La difesa di Romeo contestava la legittimità delle intercettazioni ambientali attraverso software spia dalle quali erano emersi 13 incontri tra Gasparri e l’imprenditore dal 3 agosto al 29 novembre 2016. La Cassazione ha stabilito che il tribunale del riesame dovrà svolgere “verifiche sul materiale indiziario emerso dalla operazioni di intercettazione ambientale espressamente utilizzate dal pm a sostegno della propria richiesta ed in seguito valutate dal gip”, accertando in particolare il collegamento tra “la condotta delittuosa” oggetto dell’accusa e “l’esistenza di associazioni criminali”, che può giustificare l’utilizzo di mezzi “particolarmente invasivi” come i captatori informatici
I legali di Romeo: “Ora va liberato”. “La Suprema Corte di Cassazione, nelle motivazioni depositate oggi, su cui fonda il provvedimento di annullamento emesso il 13 giugno, ha raccolto le doglianze che questa difesa pone, inascoltata, sin dal giorno dell’arresto dell’avvocato Romeo. In particolare che le norme di procedura penale che regolano le intercettazioni ambientali, anche a mezzo di virus spia, le modalità di iscrizione nel registro degli indagati, e le captazioni nei luoghi di privata dimora non sembrano rispettate nel caso in esame”. È quanto sostengono in una nota i legali di Alfredo Romeo a margine del provvedimento con cui la Cassazione ha accolto il ricorso contro la custodia cautelare in carcere di Romeo, accusato di corruzione nell’inchiesta Consip. “Così come – sottolineano gli avvocati Francesco Carotenuto, Alfredo Sorge e Giovan Battista Vignola che chiedono la libertà immediata per il loro assistito – non sono state seguite le regole sulla trasmissione degli atti favorevoli all’imputato al gip che deve decidere su una richiesta cautelare”.