Cronaca Colpo al super boss della camorra: sequestro da dieci milioni di euro

Gli agenti della Questura di Napoli stanno dando esecuzione al decreto di sequestro beni, ai sensi della normativa antimafia, emesso dal Tribunale di Napoli – Sezione Misure di Prevenzione – nei confronti di Luigi Moccia 60enne napoletano, elemento apicale dell’omonimo clan, attivo nella zona territoriale della provincia di Napoli. Il valore dei beni sequestrati è di 10 milioni di euro.

La polizia di Stato ha sequestrato al boss Luigi Moccia, alla moglie e ai loro due figli, in particolare, una mega villa di 40 vani che si trova ad Afragola. L’operazione avviata oggi – ha detto durante una conferenza stampa dal questore Antonio De Iesu – mira «a togliere ossigeno alle organizzazioni criminali». I sigilli riguardano anche tre appartamenti, un garage, un terreno, un magazzino – tutti ad Afragola – due terreni (per complessivi 42.580 mq) ad Acerra e varie unità immobiliari a Napoli, nella zona della Stazione Centrale, destinate a uso commerciale di tipo alberghiero (Hotel San Pietro).

Sequestrate, inoltre, le quote e l’intero patrimonio della società «Geni srl» di Roma, che si occupa del commercio all’ingrosso di prodotti alimentari. A Roma sono stati messi i sigilli anche a un’altra ditta (che opera nel settore dei servizi di sostegno alle imprese). Infine, sono stati sequestrati nove veicoli (tra auto e moto) e rapporti bancari.

Luigi Moccia – presente stamattina nella villa di Afragola quando la polizia di Stato ha notificato il provvedimento di sequestro emesso dal Tribunale di Napoli – è indagato dal Tribunale di Roma nell’ambito di un’indagine su infiltrazioni camorristiche in attività imprenditoriali nel Lazio e a Napoli. Moccia, libero dal 23 dicembre del 2011, viene ritenuto un soggetto «di allarmante pericolosità sociale, sia per l’efferatezza e solidità del clan, sia per il ruolo apicale rivestito nell’organigramma dell’organizzazione camorristica, svolto anche quando era in carcere». I suoi beni erano intestati, in maniera fittizia, a prestanome con l’obiettivo di eludere i provvedimenti di sequestro. L’attività investigativa ha confermato – è scritto in una nota – la vasta disponibilità finanziaria riconducibile al clan Moccia che ha imperversato nelle zone di Afragola e nel Napoletano fin dai primi anni ’80 assumendone il controllo criminale e gestendo, in particolare, le estorsioni anche alle imprese aggiudicatarie di appalti pubblici.

«È un colpo ferale al clan Moccia, dal punto di vista della disponibilità finanziaria ed economica». Lo ha detto il questore De Iesu nel corso di una conferenza stampa convocata in Questura. I sequestri e le successive confische alla criminalità organizzata, sottolinea De Iesu, hanno come obiettivo «togliere ossigeno al cancro della criminalità organizzata». «I clan – ha detto ancora il questore – non hanno come obiettivo la conquista di posizioni sociali ma l’accumulo di patrimoni e ricchezze finalizzate al reinvestimento in attività lecite». «Questo incide – ha evidenziato De Iesu – sulla concorrenza, imprenditoriale ed economica, inquina la parte sana». Per De Iesu, sequestri e confische, «rappresentano un punto fondamentale dell’attività di contrasto» perché sottraggono ricchezze per le quali «i criminali mettono in preventivo di essere arrestati e anche di essere uccisi».

 

Fonte: Il Mattino

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