Lo Stato biscazziere: quando l’azzardo diventasistema

di Ciro Di Pietro
«Il vero malato non è il ludopatico, ma lo Stato che ha deciso di fare cassa sulla fragilità.
L’azzardo è diventato una politica pubblica mascherata da intrattenimento.»
— Ciro Di Pietro per news24oresu24.it
Cinquanta anni fa esistevano solo il Totocalcio, il Totip e il tradizionale gioco del Lotto — che
Totò, non a caso, definiva ‘la tassa sugli imbecilli’. Oggi, invece, ci troviamo immersi in un
carosello di giochi d’azzardo che non ha eguali in Europa.
Una mutazione genetica che ha trasformato il gioco da passatempo popolare a macchina industriale
della dipendenza. L’Italia è diventata un paradiso fiscale per il business dell’azzardo, e al tempo stesso
un inferno sociale per i ludopatici. E il paradosso è che a gestire — e promuovere — questo sistema è
lo Stato stesso.
Non è solo questione di debolezze personali. La ludopatia in Italia è un fenomeno strutturale, radicato
nel disagio, nella solitudine, nella povertà materiale e spirituale. È il rifugio di chi ha perso ogni altra
speranza. Ma è anche, e soprattutto, un gigantesco affare di Stato.
Come hanno denunciato gli organizzatori dello SlotMob — una manifestazione nazionale che dal 21 al
28 giugno ha portato in piazza la protesta civile contro l’azzardo legalizzato — il vero “malato
patologico” non è solo il giocatore, ma lo Stato stesso, che fa cassa sulla fragilità delle persone.
Dopo il (timido) Decreto Dignità del 2018, che aveva vietato le sponsorizzazioni da parte dell’industria
del gioco, oggi si assiste al ritorno di quelle stesse aziende come sponsor di eventi sportivi e culturali,
grazie alla cancellazione di quel divieto. Un passo indietro inquietante, che conferma come lo
strapotere dell’industria dell’azzardo goda di protezioni trasversali: politiche, economiche, persino
istituzionali.
Lo SlotMob non è solo una protesta. È un invito collettivo alla resistenza civile. Serve un modello
alternativo che metta al centro la persona, la sua dignità, il bene comune. Serve un cambio di
paradigma che smascheri la complicità tra istituzioni e interessi privati.
Perché finché lo Stato continuerà a comportarsi da biscazziere — con la benedizione silenziosa della
politica — la ludopatia non sarà mai un’emergenza da curare, ma un bilancio da incassare.

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