Il bitcoin risale a 4.600 $, la sindrome cinese è già finita?

La criptovaluta reagisce in fretta alla decisione della Banca centrale cinese di vietare le Ico. Rimbalza anche ethereum

Il bitcoin non arresta la sua corsa dopo la decisione della Banca Centrale cinese di vietare le Ico (Initial coin offering, offerte di valuta iniziali), di fatto bloccando l’offerta di criptovaluta. Dopo il crollo dell’11% di lunedì scorso, la valuta virtuale ha riguadagnato oggi il 4,5%. Il panico degli investitori è passato in fretta: il bando People’s Bank of China non sembra avere intaccato il trend della criptovaluta, che da gennaio 2017 a oggi è salita del 379%.

Le autorità cinesi avevano definito le monete virtuali “una minaccia per l’ordine economico e finanziario”. Il bitcoin, che su alcune piattaforme era arrivato a una valutazione di 5.000 dollari, lunedì, dopo la direttiva, era quotata 26.400 yuan (4.029 dollari). Ieri ha recuperato un po’ a 4.280 dollari e oggi, alle ore 17:30, veniva scambiato a 4.668 dollari. Rimbalza anche ethereum, scambiato a 284 dollari.

La Cina ha messo al bando le Ico (equivalenti dell’IPO, offerta pubbliche iniziali) utilizzate dalle start-up che bypassano le regolamentazioni di raccolta fondi e che utilizzano il blockchain, il sistema sottostante alle criptovalute. In Cina, dove il bitcoin è scambiato moltissimo, esistono almeno 40 piattaforme e la decisione della banca centrale è legata alla sua volontà, annunciata fin dal luglio scorso, di fermare la fuoriuscita di capitali d al paese asiatico.

A considerare illegale il meccanismo di crowfunding in cripto moneta, sette istituti cinesi oltre alla People’s Bank, tra cui i tre enti a supervisione dei settori bancario, assicurativo e azionario cinesi – la China Banking Regulatory Commision, la China Insurance Regulatory Commission, e la Cina Securities Regulatory Commission – e la China National Internet Finance Association, l’organizzazione statale di regolamentazione della finanza su internet.

Le Ico sono state definite “una forma di finanziamento pubblico illegale non approvato” e alimentano i sospetti che possano essere usate per commettere reati finanziari. Tra i sostenitori delle Ico ci sono personaggi come l’ereditiera Paris Hilton e il pugile Floyd Mayweather Jr. ma molti analisti finanziari nutrono diversi dubbi su queste operazioni. Fortune ha elencato sette motivi per cui la Cina avrebbe deciso di fermare le Ico e dichiararle illegali.

Le Ico sono fuori controllo. Dall’inizio del 2017 sono stati raccolti oltre 1,8 miliardi di dollari in 135 ICO, ma il rischio è che il settore possa continuare a crescere senza un meccanismo di controllo efficace e sfuggire di mano alle autorità finanziarie.
In molti casi, le Ico celano imbrogli o truffe, con schemi piramidali classici, che la Cina teme e che combatte con forza sia su internet che fuori dal web. Il 30 agosto scorso, in un raid notturno sono state arrestate 1.228 persone nella località meridionale di Beihai, per il sospetto di avere messo in piedi uno schema di questo tipo da 54 milioni di dollari. Il nuovo meccanismo di finanziamento pone un problema di controllo soprattutto per i piccoli investitori (molti dei quali ancora memori dei crolli delle Borse dell’estate 2015).

La Cina vuole evitare la bolla della criptovalute, già oggetto di attenzione da parte della banca centrale all’inizio dell’anno, quando aveva dato vita a un giro di vite sui bitcoin dopo avere convocato le principali piattaforme di trading in valuta virtuale: Btcc, OkCoin e Huobi, per i fattori di rischio per gli investitori, tra cui i sospetti di frode e di riciclaggio del denaro.

Sembra comunque che Pechino intenda creare una propria criptovaluta, che potrebbe regolare meglio. Ci sarebbe già un nome: bityuan. I test di prova della valuta virtuale cinese, secondo l’agenzia Bloomberg, sono stati condotti dalla banca centrale cinese nel marzo scorso. Le Ico aggirano i tradizionali ostacoli di regolamentazioni e di potere e la mancanza di controllo non è gradita a Pechino. Considerando le Ico illegali, la Cina prende tempo e riflette su come approcciarsi ai problemi connessi all’offerta di criptovaluta.

Fonte:MF

Ciro di Pietro

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