Migranti, procura Trapani sequestra nave Iuventa: “Intese tra Ong tedesca e trafficanti”

L’equipaggio indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il pm: “Provvedimento non c’entra nulla con il no al codice”. Usato anche un agente sotto copertura sulla nave di un’altra Ong.

Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Con questa ipotesi di reato ancora a carico di ignoti, la procura di Trapani ha chiesto e ottenuto dal gip Emanuele Cersosimo il sequestro della Iuventa, la nave della Ong tedesca fermata poche ore prima dalle motovedette della Guardia costiera e condotta nel porto di Lampedusa per accertamenti. Sequestro che, ha precisato il procuratore aggiunto di Trapani, Ambrogio Cartosio, “non c’entra nulla col fatto che la Ong non abbia sottoscritto il codice di condotta“.

“È accertato – ha spiegato Cartosio – che, seppure questa imbarcazione in qualche caso intervenga per salvare vite umane, in più casi invece tali azioni non avvengono a fronte della sussistenza di un imminente pericolo di vita. I migranti vengono scortati dai trafficanti libici e consegnati non lontano dalle coste all’equipaggio che li prendono a bordo della ‘Iuventa’. Non si tratta dunque di migranti ‘salvati’, ma recuperati, potremmo dire consegnati. E poiché la nave della Ong ha ridotte dimensioni, questa poi provvede a trasbordarli presso altre unità di Ong e militari”.

Per il procuratore aggiunto, reggente della procura di Trapani, “alla luce delle vigenti norme, quali che siano le finalità perseguite, a nostro avviso queste condotte integrano il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. Un’attività per la quale secondo Cartosio, i membri dell’equipaggio non prendono alcun compenso dai trafficanti, “la motivazione riteniamo resti essenzialmente umanitaria. L’unico ritorno possibile ed eventuale potrebbe essere solo di immagine e in termini di donazioni”. Secondo le indagini inoltre, gli operatori
della Iuventa avrebbero ‘riconsegnato’ – non distruggendole insomma – tre imbarcazioni ai trafficanti di uomini, lasciandole alla deriva e permettendo il loro recupero.

Le indagini sono state effettuate con l’utilizzo di sofisticate tecniche e tecnologie investigative, oltre che con l’uso di agenti sotto copertura sulle navi delle organizzazioni non governative. In particolare, uno avrebbe lavorato sulla nave Vos Hestia che opera per conto di Save the Children.

Non si è trattato dunque di un semplice controllo in mare, conseguenza del giro di vite disposto dal Viminale per le navi umanitarie che non hanno firmato il nuovo codice di comportamento, ma una svolta nell’ambito dell’inchiesta condotta nel più assoluto riserbo dai pm Ambrogio Cartosio e Andrea Tarondo che dall’ottobre 2016 indagano su presunti rapporti tra i componenti dell’equipaggio di una nave umanitaria e alcuni presunti scafisti.

La nave Iuventa della ong tedesca Jugend Rettet, che non ha firmato il protocollo di comportamento, era stata bloccata al largo di Lampedusa dalla Guardia costiera italiana, che l’ha scortata fino al porto. L’indagine è condotta da mesi dagli investigatori della squadra mobile di Trapani. A bordo sono presenti investigatori dello Sco della polizia di Stato e della Scientifica.

Fonte:Repubblica

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