Corea del Nord, nuovo lancio di missile intercontinentale. Subito esercitazioni congiunte Usa-Seul

Ha raggiunto l’altezza record di 3.724 chilometri ed è caduto nelle acque del Giappone, ma per gli esperti la sua traiettoria fa capire che avrebbe potuto raggiungere l’Alaska. Kim esulta: “Possiamo colpire qualsiasi obiettivo in America”. Lo scorso 4 luglio Pyongyang aveva lanciato il suo primo vettore balistico intercontinentale.

ROMA – La Corea del Nord ha lanciato in piena notte un nuovo missile balistico che è caduto nella zona economica esclusiva del Giappone, cioè il tratto di mare che si estende per 200 miglia nautiche dalla costa giapponese. Si tratta di un vettore che ha le caratteristiche del tipo intercontinentale (Icbm), come hanno confermato i governi di Seul, Tokyo e Washington. Per l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, che cita come fonte l’esercito di Seul, il missile è un modello “intercontinentale avanzato”. Da Washington, il presidente Trump definisce il test come “l’ultima azione avventata e pericolosa del regime. Gli Stati Uniti – aggiunge – condannano questo test e respingono l’idea” che i lanci effettuati finora “siano per garantire la sicurezza del Paese. In realtà hanno l’effetto opposto”.
Il lancio è avvenuto alle 23,41, le 16,41 ora italiana, un’ora insolita per la Corea del Nord che solitamente compie questi test all’alba. Il vettore sarebbe stato lanciato dalla provincia settentrionale di Jangang e secondo i dati forniti da Pyongyang, ha volato per 998 chilometri in un arco temporale di 47 minuti e 12 secondi, raggiungendo l’altezza record di 3.724 chilometri. “È un severo avvertimento: questo dimostra che possiamo raggiungere qualsiasi zona degli stati Uniti”, ha commentato il dittatore Kim Jong-un esultando per il risultato.
Sia Tokyo che la Corea del Sud hanno convocato una riunione d’urgenza del consiglio sulla sicurezza nazionale. “Condanniamo la Corea del Nord nei termini più duri e intendiamo collaborare strettamente con la comunità internazionale, tra cui gli Stati Uniti, la Corea del Sud, la Cina e la Russia per aumentare la pressione sulla Pyongyang”, ha detto il primo ministro giapponse, Shinzo Abe. E Seul ha annunciato di essere pronta a prendere provvedimenti autonomi per frenare gli esperimenti nucleari di Pyongyang al più presto.

Gli Stati Uniti hanno avuto colloqui con la Corea del Sud, i generali delle due parti hanno parlato delle opzioni militari in risposta alla nuova provocazione, come afferma il capitano Greg Hicks, dello Stato maggiore delle forze armate Usa. Inoltre come immediata risposta alla provocazione, le truppe di Seul e le truppe Usa presenti nel Paese (quasi 30mila uomini) hanno subito eseguito un’esercitazione militare congiunta, con il ricorso anche a fuoco di artiglieria.
Anche per il Pentagono quello lanciato dalla Corea del Nord era un Icbm. A conferma che si tratti di un nuovo missile intercontinentale, o di una versione potenziata dell’Hwasong-14, non tanto il dato sulla durata del volo del missile, ma soprattutto che ha raggiunto un’altitudine apicale di oltre 3mila chilometri, ancora maggiore dell’Hwasong-14, il primo Icbm lanciato il 4 luglio scorso(2.500 chilometri) e che volò per 37 minuti. La traiettoria quasi completamente verticale – e non con quella abituale che prevede un apogeo intorno ai 1.200 chilometri – è il modo del regime nordcoreano di dimostrare al mondo di aver raggiunto la capacità di disporre di un missile intercontinentale, in grado di raggiungere bersagli anche a 6mila chilometri (ovvero lo stato Usa delll’Alaska) ed oltre, ma senza arrivare effettivamente a colpire a tale distanza, perché questo equivarrebbe ad una vera e propria dichiarazione di guerra.
Nei giorni scorsi il Pentagono aveva più volte segnalato l’imminenza di un nuovo test missilistico nordcoreano in violazione di una lunga serie di sanzioni Onu, che però non hanno mai arrestato né il programma missilistico né quello nucleare nordcorano.
A questo punto l’ultimo tassello che manca a Pyongyang per diventare a tutti gli effetti una potenza nucleare di primo piano è quella di realizzare una testata atomica miniaturizzata per poterla inserire nell’ogiva di un missile Icbm e all’interno di un cosiddetto ‘veicolo di rientro’ in grado di proteggere l’ordigno alle alte temperature e alle turbolenze del rientro in atmosfera prima di colpire l’obiettivo al suolo.
Secondo il Pentagono questo ultimo passo potrebbe essere raggiunto da Pyongyang già il prossimo anno. A quel punto la Corea del Nord entrerebbe nel ‘club’ delle potenze atomiche dotati di missili intercontinentali come Usa, Russia, India e Israele cui si aggiungono Francia e Gran Bretagna con i più temibili Slbm, ossia missili balistici intercontinentali lanciati da sottomarini e non da postazioni a terra.
Il 4 luglio scorso Pyongyang aveva lanciato il suo primo missile Icbm in grado di raggiungere l’Alaska. L’amministrazione Trump aveva minacciato nuove sanzioni e anche la possibilità di un’azione militare se il regime continuerà a portare avanti i suoi test.

Fonte:Repubblica

Ciro di Pietro

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