De Luca solo al comando

Martedì 11 luglio, di sera. Mentre gli incendi divorano il Vesuvio e il fronte di fuoco ha già toccato i due chilometri, il presidente della Regione Vincenzo De Luca si fa fotografare nella Reggia di Caserta con il maestro Ennio Morricone. Le ceneri delle vegetazione in fiamme non sono ancora arrivate fin lì. Il disastro ambientale provocato dai piromani, ben cento ettari di vegetazione distrutta, si profilava già sabato. Il disegno criminale viene attuato con puntualità ogni anno, quasi negli stessi giorni di luglio.

Il Vesuvio è uno dei bersagli preferiti. Il clima torrido e la mancanza di piogge offrono circostanze eccezionalmente favorevoli ai piromani. Inoltre la Forestale, appena assorbita dai carabinieri, è in una fase di transizione organizzativa. Il governo si muove in ritardo. Mercoledì il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti presiede una riunione operativa a Ottaviano. Il giorno dopo, ieri, i soldati vengono inviati sul Vesuvio, quando per fortuna gli incendi sono domati. Anche la Regione, per la sua parte di responsabilità, si fa trovare impreparata sul versante della prevenzione.

L’ente Parco del Vesuvio è sotto attacco, ma da solo non ce la fa. Mancano le squadre a terra, il personale addestrato per gli avvistamenti e il primo intervento. Non c’è traccia dei piani contro gli incendi boschivi (Aib), che dovrebbero essere preparati dagli assessorati all’agricoltura e alla protezione civile. Né la Regione, quando divampano i roghi, ha ancora firmato la convenzione con i vigili del fuoco per aumentare i controlli estivi e prevenire il disastro. Lo farà dopo. L’intero quadro di riferimento politico non è chiaro, nella Campania in cui una sola persona – De Luca stesso – riunisce nelle sue mani tutti i poteri in tema di salvaguardia dell’ambiente. Ovvero le deleghe all’agricoltura, ai lavori pubblici, al governo del territorio, alla protezione civile.

Se non bastasse, il presidente della Regione è anche assessore ai trasporti, alla cultura e responsabile della sanità. Il governo – sbagliando – lo ha nominato perfino commissario. Dunque un uomo solo accentra poteri enormi nelle sue mani. Decide senza contrappesi, tra mille incombenze.

Una Regione così non può che essere ingessata, in settori strategici. De Luca si fida solo di poche persone, tra cui il suo vice Fulvio Bonavitacola. Difatti sarà lui, non il presidente, a partecipare alla riunione con il ministro Galletti. A Ottaviano non si vede nemmeno il sindaco metropolitano Luigi de Magistris, che di fatto è il presidente della Provincia e dovrebbe essere accanto anche fisicamente ai colleghi dell’area colpita.

Fonte:Repubblica

Ciro Di Pietro

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