Posizione predominante di GOOGLE sanzione da 2,4 miliardi di €uro

 

Quotidiano Nazionale, testata che riunisce Il Resto del Carlino, Il Giorno e La Nazione, il 28 giugno 2017 ha pubblicato un’analisi di Giusella Finocchiaro sulle implicazioni giuridiche correlate al predominio di Google sul reperimento delle informazioni.Google ha visto infliggersi una sanzione di 2.4 miliardi di euro, per abuso di posizione dominante, dalla Commissione europea.

 

Il servizio Google Shopping, infatti, sarebbe favorito nel ranking di ricerca, rispetto ad analoghi servizi dei concorrenti. Secondo l’argomento della Commissione, ad esempio, e l’esempio è di fantasia, se si vuole comprare un iphone e si digita su Google “compra iphone”, il servizio Google Shopping è quello che risulta al primo posto, anche prima dell’annuncio a pagamento effettuato su Google dalla stessa Apple.

Secondo la Commissione, Google avrebbe impedito alle altre società di competere sul mercato, sottraendo ai consumatori europei la possibilità di scegliere liberamente tra i diversi servizi offerti e di beneficiare pienamente dell’innovazione.

Ora, in questo caso, il tema è squisitamente commerciale.

Ma lo scenario muta radicalmente se si sostituisce l’iphone dell’esempio ad un’informazione non commerciale, dal momento che “l’accessibilità universale delle informazioni su Internet dipende dai motori di ricerca, dato che trovare informazioni rilevanti senza di essi sarebbe troppo complicato e difficile e produrrebbe risultati limitati”, come affermava l’avvocato generale della Corte di giustizia dell’Unione europea nella sentenza Google Spain che ha sancito il cosiddetto “diritto all’oblio”. In pratica, oggi se cerchiamo un’informazione su Internet ci serviamo dei motori di ricerca. Ma questo crea le condizioni per un naturale predominio dei motori di ricerca sulle informazioni e non è difficile immaginare scenari che vanno dalla censura alle fake news. Tutto dipende dal punto di vista e il motore di ricerca fornisce un punto di vista che ovviamente è relativo: se non c’è su Internet, allora non esiste. D’altronde, “se un albero cade in una foresta e nessuno lo sente, fa rumore?”

Il blog dello Studio Legale Finocchiaro

Diritton all’oblio

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