Centrosinistra, la Casa comune di Bersani e Pisapia: “Ius soli e lavoro. Errore abolire art.18”

ROMA – Hanno scelto piazza Santi Apostoli, il luogo simbolo delle vittorie dell’Ulivo, per incontrarsi e provare a trovare un punto d’incontro a sinistra del Partito democratico. A lanciare l’appello è stato l’ex sindaco di Milano e leader di Campo Progressista Giuliano Pisapia, a rispondere un vasto arcipelago progressista che va da Mdp Articolo 1 a Possibile, dai Verdi a Sinistra Italiana. Ma che comprende anche movimenti civici ed esperienze nate dal basso e riunite nelle Officine delle Idee, i circoli territoriali di Campo progressista che hanno raggiunto quota 200 in tutta Italia. La manifestazione comincia sulle note di E io ci sto di Rino Gaetano, la piazza si riempie come ai tempi di Romano Prodi, il grande “federatore” del centrosinistra. Presenti, tra gli altri, gli scissionisti del Pd Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema, assieme a una nutrita delegazione di Mdp, e Bruno Tabacci di Centro democratico, già assessore al Bilancio della giunta Pisapia. Oltre a una folta rappresentanza della società civile e dell’associazionismo.
Sul palco dalla scenografia minimal campeggiano due parole in uno striscione: “Nessuno escluso”. Che si affiancano a “Insieme”, movimento fondato dall’ex sindaco di Milano.

“Ce l’abbiamo fatta, abbiamo dimostrato che con il coraggio si vincono le piccole e le grandi sfide”, dice Giuliano Pisapia. “Da oggi parte casa comune, inclusiva e innovativa. Serve discontinuità ma anche innovazione. Non possiamo far vincere gli altri, che non hanno idee e principi” continua il leader di Campo progressista. “Come diceva Don Milani, la politica è trovare insieme una soluzione. Uscire dai problemi da soli è avarizia, assieme è politica. Da soli non si va da nessuna parte”.

Pisapia disegna i contorni di una nuova casa politica che si batterà “per i diritti del lavoro, nel lavoro” afferma, sottolineando che “è stato un errore aver abolito l’art.18”. “L’Italia è cresciuta di più quando ha saputo ascoltare le sue classi subalterne. Senza i più poveri, gli esclusi, questo Paese non cresce. Lo sciopero del voto ci spinge a ridare dignità al lavoro, solo così ripartirà lo sviluppo. È indispensabile il lavoro nel pubblico. Una questione – aggiunge – che non è più eludibile, un pubblico che punti su economia circolare e verde”.

Poi i temi più sentiti:  “Facciamo di tutto perché prima della prossima legislatura lo ius soli diventi legge dello Stato”. E ancora. “Non si può non vedere che è stato un errore cancellare l’Imu prima casa per tutti”.

Il nuovo soggetto politico, “si chiama ‘Insieme’ ma il nome lo sceglieremo insieme. Non una fusione a freddo ma una fusione a caldo. Penso a un discorso graduale atto a evolvere singole soggettività in unico soggetto politico” conclude Pisapia. Infine l’auspicio che “i gruppi parlamentari e comunali incomincino un percorso che a settembre li porti a essere uniti, uniti si vince. Oggi facciamo la prima cosa insieme per cambiare l’Italia e l’Europa”.

Accolto da un lungo applauso prima che Pisapia concludesse la manifestazione, Pier Luigi Bersani si è rivolto invece a tutti quelli che ormai non reagiscono più. “A chi guarda anche il comizio di Renzi, e sente che le parole gli scivolano addosso, tutte, come acqua sul marmo”. Non possiamo assistere alla deriva, continua, non possiamo lasciare che la Destra avanzi, continua. “Serve un centrosinistra largo e plurale, politico e civico, con meno non ce la facciamo, con meno possiamo fare solo una nobile testimonianza. Il Pd, e mi spiace dirlo, non è nelle condizioni e nell’intenzione di promuovere un centrosinistra largo perché pensa che si riassuma nel Pd e il Pd si riassuma nel capo, rompendo le radici con una troppo grande parte del popolo. Ecco perché la scelta di oggi. Di ripartire ‘insieme'”.

Fonte :Repubblica

Amedeo di Pietro

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