Mattarella: “Probabile voto alla scadenza della legislatura”

Il presidente della Repubblica, in visita in Canada, parla della situazione politica italiana in un’intervista all’agenzia Bloomberg. E sulla legge elettorale auspica “che si trovi una omogeneità” tra quelle oggi in vigore per le due Camere.

di UMBERTO ROSSO                                                                                                                                 Ciro di Pietro

TORONTO – Per il presidente della Repubblica “è probabile che si vada a votare a scadenza naturale, non vedo infatti segnali di una fine anticipata della legislatura”. Con quale legge? “Mi auguro che si trovi una omogeneità fra quella oggi in vigore alla Camera e quella del Senato, così diverse fra di loro”. Ma c’è il rischio che fra veti e contro- veti alla fine si vada a votare invece proprio con i due spezzoni di Italicum e di Consultellum, perché da un punto di vista meramente costituzionale “non si può certo allungare la legislatura arrivata a scadenza, si andrà a votare con gli strumenti che ci saranno in quel momento”. Unica carta sul tavolo, anche se Sergio Mattarella non ne fa cenno nel colloquio a Toronto con l’agenzia di stampa Bloomberg, resterebbe quella di un decreto del governo. Per ridisegnare i collegi e forse per ricucire almeno gli strappi più vistosi, su premio di maggioranza e preferenze, fra sistema per Montecitorio e per Palazzo Madama.

In visita di Stato in Canada, il capo dello Stato risponde alle domande di politica italiana dell’agenzia di stampa americana. Governo Gentiloni appeso al filo, la spinta di Renzi porterà fra qualche mese alle urne? Mattarella non la vedo affatto così. “La scadenza naturale della legislatura cade tra febbraio e l’inizio della prossima primavera. Naturalmente in democrazia si possono comunque creare le condizioni per le elezioni anticipate. Tuttavia in questo momento non ci sono segnali di questo genere, per cui è probabile che si vada a votare alla scadenza naturale”. Una “previsione” più che un “auspicio” però da parte del capo dello Stato, precisano dal Qurinale, per evitare una lettura che schieri Mattarella con il partito di Gentiloni contro il partito di Renzi. Momento troppo delicato per tirare il capo dello Stato da una parte o dall’altra, iscriverlo nella cordata che dentro il Pd punterebbe a portare l’attuale premier a fine legislatura per poi rilanciarlo come presidente del Consiglio anche nella prossima, in contrapposizione a Matteo Renzi.

Il punto che resta da chiarire allora è con quale sistema elettorale. E qui nelle parole di Mattarella si coglie la forte preoccupazione che alla fine sarà quasi costretto, nell’inerzia delle forze politiche, a subire il doppio meccanismo attuale che non gli piace affatto. “Mi auguro che in questi mesi si possa arrivare a rendere omogenei i due sistemi elettorali per le due Camere, visto che il sistema italiano è basato sempre su un bicameralismo”. Ma nonostante i suoi appelli, la calendarizzazione della discussione a settembre fa slittare ancora i tempi. Se il Parlamento non ce la fa, e tutto finisce insabbiato? Il capo dello Stato non potrebbe che prenderne amaramente atto. Da un punto di vista dei suoi poteri e doveri di inquilino del Colle. “Nel momento in cui la legislatura finisce, non potendo certo allungare i tempi, non resterà che usare la legge che ci sarà in quel momento”.

Fonte: Repubblica
Ciro Di Pietro 

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