Petrolio e Wall Street spingono giù le Borse europee

MILANO – Le Borse europee tagliano il traguardo in affanno dopo una seduta cominciata in tono positivo, complice il netto calo del petrolio e l’avvio negativo di Wall Street. È Milano la peggiore del Vecchio Continente: il Ftse MIb scivola dello 0,97%. In flessione anche le altre piazze finanziarie: Londra cede lo 0,68%, Francoforte perde lo 0,58% e Parigi lima lo 0,32%.

A Piazza Affari soffrono in particolare gli energetici, con Tenaris (-3,22%) che registra al performance più deludente. DI segno inverso Mediaset, dopo la mossa di Vivendi che sarebbe pronta a congelare i diritti di voto sul Biscione al 9,9% per venire incontro alle richieste di Agcom. Nessuna ripercussione su Telecom, invece, dallo scontro con l’esecutivo per il piano di investimenti sulla banda larga.

Chiusura in territorio negativo anche per Wall Street: il Dow Jones perde lo 0,28%, il Nasdaq lo 0,82% e lo S&P 500 lo 0,66%. Ma a orientare la giornata è stato prevalentemente il ribasso del petrolio: il barile Wti cede il 2,67% a 43,02 dollari al barile, portandosi ai minimi da novembre scorso ed entrando in fase da “orso” con una correzione di oltre 20 punti percentuali dai picchi di 54,3 dollari. Flessione analoga per il Brent, in calo del 2,39% a 45,79 dollari. Continuano a pesare i timori per un eccesso di scorte mondiali, con la ripresa della produzione libica e nonostante gli sforzi dell’Opec per ridurre le estrazioni. È stabile invece l’oro: il metallo viene scambiato a 1244 dollari l’oncia.

Sullo sfondo le ultime indicazioni fornite dai governatori della Fed Dudley e Evans hanno evidenziato un outlook incoraggiante per l’economia Usa, confermando che il cammino di rialzo dei tassi Usa non dovrebbe subire rallentamenti. Il dollaro è tornato a rafforzarsi e questa e l’euro è scambiato a 1,112 sul biglietto verde, ampiamente sotto quota 1,12 vista ultimamente. Lo spread chiude in lieve calo, a 165 punti, con il rendimento del decennale all’1,92 per cento, ai nuovi minimi da gennaio.

Pochi spunti in calendario suo fronte dei dati macroeconomici. In Germania i prezzi alla produzione sono in lieve calo a maggio. L’indice è risultato in calo dello 0,2% rispetto al mese precedente, mentre il dato tendenziale indica un aumento del 2,8% su anno. Arrivano però altre buone notizie sul fronte della crescita per Berlino. L’istituto di statistica tedesco Ifo ha alzato significativamente le sue previsioni economiche per il 2017 e il 2018 e prevede nuovi livelli record per l’occupazione. Per l’anno in corso, si attende un aumento del pil dell’1,8%, contro la precedente previsione dell’1,5%, mentre il prossimo anno dovrebbe raggiungere il 2%, superando l’1,8% dell’ultima previsione.

Ha brindato infine Tokyo che ha chiuso in rialzo con il Nikkei che ha guadagnato lo 0,82%, ai massimi da 22 mesi, grazie al traino della Borsa Usa e dell’indebolimento dello yen.

 

Fonte: Repubblica.it

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