Abusivismo edilizio: muore a Eboli, mentre gli abbattono casa

Giuseppe Pino Ruggieri

TUTTI gli aerei della coalizione internazionale che voleranno in Siria, ad ovest dell’Eufrate, da oggi sono considerati potenziali bersagli dell’aviazione russa. Lo ha annunciato il ministero della Difesa russo in risposta all’abbattimento di un jet siriano da parte delle forze statunitensi, avvenuto domenica a sud di Tabqa, nella provincia di Raqqa.

“Qualunque oggetto aereo, inclusi i jet e i droni della coalizione internazionale, identificato a ovest dell’Eufrate – ha precisato la Difesa in un comunicato – sarà seguito dai mezzi antiaerei russi, sia terrestri sia aerei, come bersaglio aereo nelle aree in cui l’aviazione russa è in missione di combattimento nei cieli siriani”.

Dopo l’episodio di ieri, la Russia ha deciso quindi di sospendere il memorandum con la coalizione a guida americana per la prevenzione degli incidenti e sulla sicurezza dei voli militari in Siria, firmato il 20 ottobre 2015. Da oggi, infatti, “termina la cooperazione con la parte americana nel corso dell’operazione in Siria”, ha precisato il ministero russo.

Da Pechino, dove si trova per il vertice dei ministri degli Esteri del Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha esortato “tutti a evitare azioni unilaterali, a rispettare la sovranità della Siria e ad unirsi al nostro lavoro congiunto di concerto con il governo siriano”, garantendo quindi “la coordinazione” tra tutti gli attori sul campo. “Le zone di distensione sono una delle possibili varianti per avanzare insieme”, ha sottolineato.

Domenica il caccia americano F18 Super Hornet ha abbattuto un aereo dell’aviazione siriana. Un episodio definito dalla Russia “una violazione cinica della sovranità della Repubblica araba siriana” e da Damasco una “flagrante aggressione sulla lotta al terrorismo che mostra la reale posizione degli Usa in sostegno al terrorismo”. Secondo la coalizione internazionale guidata dagli Stati

Uniti, il jet siriano aveva sganciato alcune bombe vicino ai combattenti delle Forze democratiche siriane (Sdf), impegnate contro lo Stato islamico, ed è stato quindi “abbattuto nel rispetto delle regole di ingaggio e della difesa collettiva delle forze alleate della coalizione”.

Fonte: Repubblica

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