Pestaggi in caserma: 4 carabinieri arrestati. Pm: abusi «gravi e diffusi»

Li hanno arrestati i loro colleghi mostrando orgogliosi la divisa e guardando negli occhi quei carabinieri che, almeno secondo l’accusa, quella divisa hanno disonorato. Quattro militari dell’Arma sono stati raggiunti da un provvedimento di custodia cautelare, (uno di loro è finito in carcere, gli altri quattro agli arresti domiciliari), mentre per altri quattro è scattato il divieto di dimora e per il quinta la sospensione del servizio. Pesantissime le accuse: lesioni, falso, sequestro persona, minacce, arresto arbitrario.

«Decine e decine di azioni illegali»
Sei militari lavoravano alla stazione di Aulla due ad Albiano Magra. Siamo in Lunigiana, provincia di Massa Carrara, un luogo bellissimo ai confini tra Toscana, Liguria ed Emilia Romagna, dove il presidio dei carabinieri è indispensabile a amatissimo dalla popolazione. Ma, almeno secondo i riscontri delle indagini coordinate con grande professionalità dal procuratore di Massa Carrara, Aldo Giubilare, i nove accusati avrebbero disonorato la divisa trasformandosi in persecutori di persone che avevano infilato in una sorta di lista di proscrizioni. Decine e decine le azioni illegali. La maggioranza delle loro vittime era extracomunitari che, minacciata di essere espulsa, sopportava tutte le angherie possibili e immaginabili. Poi toccava agli italiani, soprattutto tossicodipendenti e categorie deboli. Tutti venivano sistematicamente picchiati selvaggiamente, senza una ragione, e le spedizioni punitive proseguivano ininterrottamente e senza motivo utilizzando anche manganelli di acciaio.
«Nessuno al di sopra dello Stato»
«L’adozione delle misure, ancorché dolorosa sul piano umano, deve rendere edotti dell’assurdità da parte di chiunque, militari dell’Arma dei carabinieri compresi, di considerarsi al di fuori e al di sopra delle leggi dello Stato – ha scritto in una nota il procuratore Aldo Giubilaro – e anzi offre garanzia, enucleati gli autori di condotte improprie, della sicura correttezza e del sicuro senso delle regole di quanti altri fanno parte dell’Arma». Il giudice delle indagini preliminari non solo ha accettato tutte le richieste della procura ma le ha giudicate le richieste minime possibili. Alle indagini hanno partecipato in prima persona i colleghi degli arrestati e dei denunciati.

Fonte: La Repubblica

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