Imu/Tasi, alla cassa entro il 16 giugno. Acconto da 10,1 miliardi

MILANO – Si avvicina l’ormai tradizionale data del 16 giugno, giorno della prima rata per le imposte sulla casa. Tra Imu e Tassa sui servizi dei Comuni (quella che alimenta le casse locali per strade, illuminazione ecc.) il conto complessivo di questo inizio d’estate sarà di 10,1 miliardi, per un conto raddoppiato a 20,2 miliardi nel totale di fine anno.

Sono i dati messi in fila dal Servizio politiche territoriali della Uil a fare il conto in tasca agli italiani; perché è pur vero che le abitazioni principali sono state via via risparmiate da qualche balzello, ma restano pur sempre 25 milioni di proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale – in più di quattro casi su dieci lavoratori dipendenti e pensionati – a doversi presentare alla cassa per l’acconto.

Il segretario confederale Uil, Guglielmo Loy, semplifica in calcolo: il costo medio complessivo dei due balzelli su una seconda casa sarà di poco superiore a mille euro (535 da versare per l’acconto), ma si superano i 2mila euro complessivi in alcune grandi città. Alla cassa sono chiamati anche i proprietari di prime case “di lusso”, quelle accatastate come abitazioni signorili, ville e castelli. In questo caso, il costo medio sale a 2.610 euro (1.305 da pagare ora), con punte di oltre 6mila euro.

Mentre le istituzioni internazionali – da ultima la Commissione europea nelle sue Raccomandazioni al Belpaese – chiedono di spostare il carico fiscale sul patrimonio e suggeriscono di tassare il mattone per liberare risorse da destinare all’alleggerimento del cuneo sul lavoro e la produttività – Loy annota che questa impostazione “avrebbe fondamento se non ci trovassimo però di fronte a due paradossi: un alto grado di infedeltà fiscale e valori catastali vecchi, iniqui e che non corrispondono al valore reale dell’immobile”. Torna dunque a imporsi l’urgenza di una riforma del Catasto che negli ultimi ripetuti tentativi non è mai andata a buon fine. “Prima di parlare di reintroduzione di tasse sulle prime case sarebbe il caso di partire dalla revisione dei criteri che regolano i valori catastali che non significa maggiori prelievi ma una diversa e più equa ripartizione del prelievo sugli immobile. Nel contempo va riequilibrato il rapporto Stato/Enti Locali in tema di fiscalità dando certezze alle istituzioni locali ed ai contribuenti puntando alla riduzione della pressione fiscale”.

Tornando al rapporto, tra i chiamati alla cassa ci sono anche coloro che possiedono una seconda pertinenza dell’abitazione principale della stessa categoria catastale (cantine, garage, posti auto, tettoie), che dovranno versare Imu e Tasi con l’aliquota delle seconde case e un costo medio annuo di 56 euro (28 euro la rata di giugno), ma con punte di 110 euro l’anno.

Nel complesso, la media dell’aliquota applicata per le seconde case tra Imu e Tasi ammonta al 10,4 per mille, ed in molti Comuni (480 municipi di cui 18 Città capoluogo) è stata confermata “l’addizionale TASI” (fino ad un massimo dello 0,8 per mille), introdotta per finanziare negli scorsi anni le detrazioni per le abitazioni principali.

 

Fonte: Repubblica.it

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