Diritti tv, Mediaset non presenta offerte per la Serie A

Si apre con il peggior scenario possibile la corsa ai diritti tv della Serie A per il triennio 2018-2021. Con un colpo a sorpresa, Mediaset ha infatti deciso di far saltare il banco scegliendo di non presentare alcuna offerta e mandando così all’aria i piani della Lega Calcio e del suo advisor Infront. La decisione di Mediaset è stata comunicata dalla stessa azienda  con una dichiarazione stampa in cui si definisce “inaccettabile il bando (emesso in fretta e furia dalla Lega, il 26 maggio scorso, per anticipare l’asta della Uefa per i diritti della Champion, ndr) che penalizza gran parte dei tifosi italiani”.

All’asta, oltre a Mediaset, aveva partecipato Sky (pacchetti A e D, praticamente l’esclusiva della Serie A) e Perform (diretta web).  Al notaio della Lega è stata consegnata  anche una busta chiusa intestata alla Italian Way srl, una società neocostuita ma ancora non si conosce il contenuto dell’offerta. Retroscena accreditati raccontano che per tutta la notte Vivendi e Mediaset abbiano lavorato a un grande accordo per presentare una mega offerta ma poi abbiano deciso di non procedere e di far saltare tutto.

La scelta del Biscione – spiega il comunicato della società – é in piena  “in coerenza con l’esposto presentato all’Autorità Garante della Concorrenza al fine di ottenere una nuova formulazione del bando per l’assegnazione di diritti tv Serie A 2018- 2021. Al di là dei contenuti sportivi e dei valori economici attribuiti ai singoli pacchetti, ribadiamo che la formulazione dell’invito a presentare offerte è totalmente inaccettabile in quanto abbatte ogni reale concorrenza e penalizza gran parte dei tifosi italiani costretti ad aderire obbligatoriamente a un’unica offerta commerciale”.

La decisione di Mediaset ha di fatto fatto fallire l’asta ponendo la Lega calcio del commissario Tavecchio e il suo Advisor In front- guidata dall’ex Rai Luigi De Siervo – in una situazione molto complessa. La lega dovrà ricominciare tutto daccapo, schiacciata tra un mercato che si è rivelato più ostile e agguerrito del previsto e le stringenti richieste dell’Antitrust. Il tutto con i club che – viste soprattutto le cifre intascare dai diretti concorrenti in tutta Europa- pretendono sempre di più.

 

Fonte: Repubblica.it

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