Milano peggiora con le banche, preoccupano venete e voto anticipato

MILANO – Ore 16:00. I mercati europei trattano all’insegna della debolezza. Milano peggiora e perde il 2%, senza beneficiare delle nuove rassicurazioni fornite da Mario Draghi, circa la solidità della ripresa economica dell’Eurozona e la necessità delle misure espansive di poltica monetaria della Bce. Nelle sale operative si citano l’incognita sulle banche venete e l’ipotesi di voto anticipato al prossimo settembre tra i fattori di tensione. In effetti a Piazza Affari è pesante il comparto bancario, insieme a Telecom Italia, mentre Ferrari – esaltata dalla storica doppietta di Montecarlo – guida i rialzi. In positivo Saipem dopo l’accordo con il Fisco. Tengono meglio gli altri listini: Francoforte viaggia in parità dello 0,03% e Parigi lima lo 0,13%.

Giornata a scartamento ridotto per gli investitori del Vecchio continente, che sono orfani del doppio riferimento dei mercati Usa e britannico che restano chiusi per le rispettive festività del Memorial Day e dello Spring Bank Holliday. Wall Street resta così congelata alla seduta record di venerdì scorso, quando S&P500 e Nasdaq – grazie a rialzi frazionali – sono riusciti a segnare nuovi livelli record. Gli investitori credono che la forza dell’economia americana possa portare a un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve già dalla prossima riunione di giugno e il numero uno della Fed di San Francisco, John Williams (che non vota sulla politica monetaria ma è molto vicino alla presidente Janet Yellen), ha detto chiaro e tondo che “l’economia Usa è più vicina che mai a raggiungere gli obiettivi del mandato duale della Fed” che sono di piena occupazione e stabilità dei prezzi, con tassi moderati.

Il Tesoro registra un nuovo minimo storico per i rendimenti dei Bot semestrali: Il buono semestrale offerto oggi in asta è stato emesso per 6 miliardi di euro a fronte di richieste complessive pari a 10,9 miliardi di euro spuntando, con un rendimento in flessione di 3 punti base su un nuovo minimo storico pari a -0,358%. Il rapporto tra domanda e offerta è stato elevato, pari a 1,83 Lo spread tra Btp e Bund tedeschi a dieci anni si allarga fino a 185 punti base e anche in questo comparto a tenere banco è l’ipotesi di andare al voto dopo l’estate: sarebbe un calendario difficile per la tenuta economica del Paese, che proprio in quei giorni deve definire la sua legge di bilancio. A quel punto, con la prospettiva di un Quantitative easing avviato all’esaurimento, la speculazione potrebbe tornare a mordere l’alto debito pubblico tricolore.

L’euro tratta in calo sotto 1,12 dollari: la moneta europea passa di mano a 1,1169 dollari e 124,27 yen. Dollaro/yen in calo a 111,26. Nonostante i muri e le tensioni internazionali, secondo l’Ocse il commercio nel G20 ha accelerato nel primo trimestre dell’anno: export +3% e import +4%.

L’indice Nikkei della Borsa di Tokyo ha chiuso poco mosso, in lievissimo ribasso dello 0,02% a quota 19.682,57 punti. L’area asiatica guarda preoccupata alla notizia del nuovo test missilistico nordcoreano che ha riacceso le tensioni politiche nell’area regionale, proprio dopo che il G7 che aveva chiesto a pyongyang di cancellare i suoi programmi militari. Inoltre, un po’ come accade in Occidente, anche nella parte Est del planisfero l’attività di trading è stata contenuta, alla luce della chiusura di alcune grandi borse (Cina e Taiwan).

Tra le materie prime, infine, il petrolio resta sotto i 50 dollari con poche variazioni rispetto alla chiusura di venerdì scorso. I contratti sul greggio Wti con scadenza a luglio perdono 16 centesimi e passano di mano a 49,64 dollari al barile. Il Brent scende di 12 centesimi a 51,99 dollari. L’oro mantiene le sue posizioni sui mercati asiatici dove il lingotto con consegna immediata passa di mano a 1.266 dollari l’oncia.

 

Fonte: Repubblica.it

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