Giro d’Italia, Van Garderen vince sulle Dolomiti: Dumoulin: “Spero che Nibali e Quintana perdano il podio”. Lo Squalo: “E’ troppo spavaldo”

 

ORTISEI – Una salita dolomitica trasformata nella pista di un Velodromo, quando gli sprinter in attesa di usare violenza ai pedali studiano e si scrutano. E’ la scena della salita finale verso Ortisei, quella che chiude il tappone dolomitico. La maglia rosa, Nibali e Quintana: non uno scatto, una strategia, niente. Solo tanto controllo, mentre Zakarin, Pinot, lo stesso Pozzovivo, rosicchiano secondi preziosi in chiave podio. Situazioni che producono un solo vincitore: Tom Dumoulin. Lo avevamo lasciato con i suoi dubbi e i suoi mal di pancia nel giorno dello Stelvio. Lo ritroviamo sicuro di sé, quasi sfacciato nei suoi atteggiamenti di controllo, e soprattutto vendicativo. ‘’Spero che Nibali e Quintana possano perdere il loro posto sul podio per essersi concentrati solamente su di me. Non ho capito il loro lavoro, hanno permesso ai loro rivali di avvicinarsi: Pinot è nettamente più forte di Nibali e Quintana a cronometro. Come ho già detto, se continuano a concentrarsi su di me, sarebbe divertente vederli perdere il podio”. Tosto, non c’è che dire, il fuoco dietro il ghiaccio.

Ma anche Nibali, informato della frase, ci mette un sospiro ad accendersi: “Me ne frego se scendo dal podio o se faccio secondo o terzo posto. Deve stare attento lui, perché se lasciamo andare gli altri è lui che scende dal gradino più alto. Fa lo spavaldo, ma se deve parlare, lo faccia a Milano dopo aver vinto. E’ forte, si vede e lo ha dimostrato perché sulla salita finale ha controllato. Abbiamo provato ad attaccarlo tutto il giorno, io e Quintana dobbiamo controllarlo. Non può pretendere che noi, se parte il quinto, andiamo a chiudere, altrimenti lo portiamo in carrozza fino a Milano. Deve continuare a pedalare come sta facendo, non sono mai stato spavaldo come lui e deve un attimino tenere i piedi in terra. C’è il karma, tutto può ritornare indietro”.

Frasi al veleno che non devono oscurare l’altro vincitore del tappone è quello effettivo. Alla deriva nella generale, Tejay Van Garderen batte un colpo importante, rendendo il Giro di Mikel Landa una beffa perpetua, iniziata con la caduta verso il Blockhaus, proseguita con la sconfitta subita da Nibali a Bormio, ultimata –forse, mancano ancora tre tappe – con la resa nei confronti dello statunitense a Ortisei. E questo nonostante un atteggiamento egregio del Team Sky, che vede nel sacrificio di Rosa una chiave tattica perfetta.

Ortisei non è sede di tappa usuale. Appena due arrivi, ma uno dal libro di storia. Anno 1940: primo Gino Bartali, secondo –ed incollato alla sua ruota- Fausto Coppi. Il secondo, appena ventenne, vincerà il suo primo Giro, ma è in quel giorno che inizia la rivalità più forte della sport dello sport italiano. Oggi sono pochi km, appena 137,dalla partenza di Moena. Ma non c’è un metro di pianura: cinque GPM (Pordoi, Valparola, Gardena, Passo di Pinei, Pontives), tra salita e discesa. Il copione tattico è lo stesso della frazione dello Stelvio, lo scrive Quintana senza però riuscire a firmarlo. Va via una fuga, il condor vi inserisce due suoi agenti: Amador e Anacona. Sul Gardena, volendo usare una frase cara all’antico cantore dell’atletica Paolo Rosi, il colombiano gioca la carta della temerarietà.

Mancano più di 50 km al traguardo. Uno scatto ruvido, quasi una manifestazione di rabbia repressa. Ma il margine è esiguo, Nibali non glielo concede, mentre Dumoulin è disarmante nella semplicità del rientro. E’ stratega anche dal punto di vista psicologico la maglia rosa. Capisce che le azioni di Nibali e Quintana non sono altro che convergenze parallele e si regola: mostra spigliatezza anche nella comunicazione con l’ammiraglia, e non è un atteggiamento che mascheri difficoltà, anzi… Tutti insieme sul Passo di Pinei, verso Pontives la musica cambia solo nella lotta al podio. Zakarin, Pinot, Pozzovivo scattano e guadagnano, Quintana e Nibali li ignorano. Scelgono Dumoulin. Giusto, sbagliato? Lo diranno le due prossime tappe di salita, ma il rosa dell’uomo di Maastricht ha una tonalità sempre più intensa.

ORDINE D’ARRIVO
1. Tejay Van Garderen (Usa/BMC Racing) 3:54:03″;
2. Mikel Landa (Spa/Team Sky) ST;
3. Thibaut Pinot (Fra/FDJ) +8″;
4. Domenico Pozzovivo (Ita/AG2R) ST;
5. Jan Hirt (Cze/CCC) +11″;
6. Ilnur Zakarin (Rus/Katusha) +24″;
7. Bauke Mollema (Ola/Trek) +34″;
8. Steven Kruijswijk (Ola/LottoNL) ST;
9. Tom Dumoulin (Ola/Sunweb) +1:06″;
10. Nairo Quintana (Col/Movistar) ST;
11. Vincenzo Nibali (Ita/Bahrain) ST.
CLASSIFICA GENERALE
1. Tom Dumoulin (Ola/Sunweb) 80:00:48″;
2. Nairo Quintana (Col/ Movistar) +31″;
3. Vincenzo Nibali (Ita/Bahrain) +1:12″;
4. Thibaut Pinot (Fra/FDJ) +1:36″;
5. Ilnur Zakarin (Rus/Katusha) +1:58″;
6. Domenico Pozzovivo (Ita/AG2R) +2:07″;
7. Bauke Mollema (Ola/ Trek) +3:17″;
8. Steven Kruijswijk (Ola/LottoNL) +5:48″;
9. Adam Yates (Gbr/Orica) +7:06″;
10. Bob Jungels (Lux/Quick-Step) +7:24″.

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