Attacco a Manchester e dubbi su Trump, ma i mercati non si scompongono

MILANO – I listini non si scompongono davanti alla nuova scossa geopolitica arrivata con l’attacco kamikaze durante un concerto di ragazzini a Manchester. Resta una fase di cautela, pur se gli indici viaggiano a livelli elevati. Milano apre in rosso, poi gira in rialzo e segna +0,3% con Banco Bpm tra i titoli migliori – grazie a una promozione degli analisti di Barclays – insieme ad Exor ed Fca. Anche gli altri listini europei sono in cauto rialzo: Francoforte aggiunge lo 0,3%, Parigi lo 0,5% e Londra lo 0,15%. Tratta in positivo anche Wall Street, dove il Dow Jones Industrial e il Nasdaq salgono dello 0,1%.

Insieme alle incertezze legate alla presidenza Trump – scossa dal Russiagate mentre l’inquilino della Casa Bianca è all’estero pronto a dirigersi verso l’Italia per il G7 di Taormina – la notizia dell’attacco aveva riportato inizialmente gli investitori verso i beni rifugio e lo yen, la moneta giapponese, è salita. “Il rischio Trump e le preoccupazioni geopolitiche scatenate dall’attualità riportano i mercati in una condizione di avversione al rischio”, ha sintetizzato a Bloomberg l’analista Ayako Sera. “Ma la preoccupazione numero uno resta quella che circonda Trump”.

La Casa Bianca si appresta a proporre un piano di bilancio per il 2018 da 4.100 miliardi di dollari, che taglierà drasticamente i programmi per i più poveri, dalla sanità ai buoni spesa per i prestiti universitari e i pagamenti delle disabilità. Il documento propone un aumento delle spese militari del 10%, oltre 2,6 miliardi per la sicurezza dei confine – inclusi 1,6 miliardi per iniziare il muro col Messico – una forte riduzione fiscale e una crescita del Pil del 3%. Nella nuova struttura di bilancio, guardando al prossimo decennio l’amministrazione prevede tagli da 3.600 miliardi di dollari di spesa pubblica con la riduzione dei fondi destinati al programma sanitario Medicaid per le famiglie a basso reddito, dei “food stamp” utilizzati per l’assistenza alimentare supplementare e dei sussidi alla disabilità.

Intanto il primo dato rilevante dell’agenda di giornata è arrivato dalla Germania, dove il Pil è salito dello 0,6% congiunturale nel primo trimestre e dell’1,7% su anno, in base all’indice destagionalizzato e in linea con le stime preliminari. L’export è salito dell’1,3% sul trimestre precedente e l’import dello 0,4%, i consumi privati dello 0,3% e quelli dello stato dello 0,4% congiunturale, gli investimenti in costruzioni del 2,3%. Da record la fiducia degli imprenditori tedeschi: l’indice Ifo che misura le loro aspettative è salito a un livello top di 114,6. In Francia, la fiducia delle imprese è salita a maggio a 105 punti dai 104 punti di aprile. Infine gli indici Pmi – calcolati intervistando i direttori degli acquisti delle aziende – mostrano un calo del settore dei servizi dell’Eurozona (56,2 punti a maggio da 56,4. Sopra 50 punti è indice di espansione). L’indicatore compostio si conferma invece a 56,8 punti). Negli Usa, la vendita di case nuove ad aprile cala più del previsto (-11,4%), mentre l’indice Pmi servizi sale a 54 punti e quello manifatturiero cala a 52,5.

Lo spread tra Btp e Bund tedeschi si presenta stabile poco sopra 170 punti base, per un rendimento del 2,1% sul mercato secondario. All’Eurogruppo di ieri, i ministri delle Finanze della zona euro non sono ancora riusciti a trovare un accordo sulle misure di alleggerimento del debito della Grecia, nonostante il via libera del Governo e del Parlamento di Atene a un nuovo pacchetto di riforme chieste dai creditori internazionali: sono stati “progressi, ma non ancora un accordo”. La questione è rimandata a giugno, quando si spera siano sanate le divisioni tra la Germania e il Fondo monetario internazionale sull’alleggerimento del debito greco non avrebbero permesso di raggiungere un compromesso. L’euro chiude in calo ma resta sopra quota 1,12 dollari (1,1234), sulla scia dei buoni dati tedeschi: è dal 7 maggio, dopo la vitoria di Emmanuel Macron in Francia, che la divisa unica è in rialzo. Guadagna terreno la sterlina dopo una giornata altalenante a causa dell’attacco a Manchester: è in risalita sul dollaro a 1,3015.

La Borsa di Tokyo, stamane, ha chiuso in negativo con il Nikkei che ha archiviato gli scambi con un calo dello 0,31%, a 19.617 punti. L’indice Pmi sul manifatturiero nipponico è sceso al minimo da sei mesi a 52 a maggio dal 52,7 di aprile, secondo i dati di Ihs Markit. “L’indice segnala un rallentamento nella crescita del settore manifatturiero con produzione, nuovi ordini e occupazione che procedono al ritmo più lento da novembre”, ha commentato l’economista Paul Smith.

Il petrolio a luglio al Nymex aumenta dello 0,23% a 51,25 dollari al barile.

 

Fonte: Repubblica.it

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