Il Nyt accusa Trump: “Ha dato ai russi informazioni segrete di Israele”. Il presidente: “E’ un mio diritto”

WASHINGTON – “Come presidente volevo condividere con la Russia (in un incontro alla Casa Bianca programmato ufficialmente ndr), cosa che ho assolutamente il diritto di fare, alcuni fatti relativi al terrorismo e alla sicurezza dei voli aerei. Per ragioni umanitarie, inoltre, voglio che la Russia faccia grandi passi avanti nella sua lotta contro l’Isis e il terrorismo”. Lo ha scritto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump in due tweet, rispondendo alle accuse formulate da un articolo del Washington Post, secondo cui Trump avrebbe rivelato segreti dell’intelligence al ministro degli Esteri russo Lavrov durante l’incontro alla Casa Bianca dello scorso 10 maggio ( “Un incontro di grande successo”, lo ha definito lo stesso Trump). In particolare, i dati “condivisi” riguardano dettagli su un presunto piano degli jihadisti dello Stato Islamico di usare computer portatili sui voli di linea, oltre alla città dove l’informazione sarebbe stata raccolta.

Il consigliere per la sicurezza nazionale, H.R.McMaster ha confermato che Trump ha anche rivelato ai russi il nome della città siriana, in mano all’Isis, da cui provenivano le informazioni d’intelligence, aggiungendo che “non era nulla che non avreste saputo da una fonte aperta”.

Secondo il New York Times, che cita alcune fonti, si tratterebbe di informazioni fornite agli Usa da Israele, uno degli alleati più stretti e importanti degli Stati Uniti. Israele, dove Trump andrà in visita la prossima settimana, non conferma ufficialmente, ma in una nota al New York Times, l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti afferma: “Israele ha completa fiducia nella condivisione di intelligence con gli Stati Uniti e punta a rafforzare questo rapporto con gli anni sotto la presidenza Trump”.

“La rivelazione sul fatto che Trump si sia vantato con i russi si alcune tra le più sensibili informazioni fornite da Israele potrebbe danneggiare le relazioni tra i due Paesi”, osserva il New York Times, indicando anche il rischio che queste informazioni possano essere “passate all’Iran, stretto alleato della Russia e una delle principali minacce per Israele in Medio Oriente”. Ma lo stesso Nyt riconosce che il presidente ha il potere e l’autorità legale per declassificare o rivelare qualsiasi cosa.

Preoccupazioni di Israele sulla gestione di notizie classificate da parte del presidente Trump sono state riportate da Ynetnews, testata giornalistica israeliana, lo scorso gennaio. Funzionari americani avrebbero avvertito le controparti israeliane sul rischio che Trump passasse ai russi informazioni top secret. “I russi hanno il più grande meccanismo i raccolta di informazioni di intelligence del mondo” dopo gli Usa e “possono mettere insieme un buon quadro anche solo con pochi dettagli”, ha osservato sul Nyt John Sipher, veterano della Cia che ha servito in Russia negli anni Novanta. Anche due funzionari dell’intelligence statunitense hanno detto a Nbc News che molte persone appartenenti alle agenzie di spionaggio non sono d’accordo con McMaster.

Da Mosca, il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov commenta in toni secchi: “Non ci compete, non vogliamo avere niente a che fare con questa fesseria”, riporta l’agenzia Tass, “qualcosa che non si può né confermare né smentire”. Preoccupati gli alleati di Washington. Un anonimo funzionario di un servizio segreto europeo ha detto all’Associated Press che se queste notizie fossero confermate il suo Paese potrebbe smettere di scambiare dati con gli Stati Uniti.

Fonte: La Repubblica

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