Usa, Trump valuta divieto tablet anche su voli da Europa

NEW YORK – L’amministrazione Trump sta valutando l’estensione del divieto di portare laptop e tablet in cabina anche a bordo dei voli che arrivano negli Usa dall’Europa. Lo riporta la Cbs, citando alcune fonti del Dipartimento della sicurezza nazionale. La misura sarebbe ancora in fase di studio, con un’analisi approfondita dei pro e dei contro. Una decisione – riportano le stesse fonti – potrebbe essere presa nelle prossime settimane.

Il divieto di portare in cabina dispositivi elettronici più grandi di uno smartphone al momento riguarda dieci aeroporti del Medio Oriente e dal Nord Africa. Il provvedimento, adottato lo scorso marzo dall’amministrazione Trump, seguita dal governo del Regno Unito, riguarda otto Paesi a maggioranza musulmana, tra cui alleati degli Usa come Giordania e Arabia Saudita, oltre a Qatar, Emirati Arabi Uniti, Turchia, Egitto, Marocco e Kuwait. Dispositivi come tablet, computer portatili, lettori di e-book e console portatili possono essere trasportati solo come bagaglio caricato nella stiva.

Nella sua lotta globale al terrorismo, il presidente degli Stati Uniti sta riflettendo anche su una nuova mossa per lo scacchiere dell’Afghanistan, a meno di un mese dal lancio del Moab, la più potente bomba convenzionale mai usata, per colpire un sistema di tunnel dell’Isis tra le montagne del distretto di Achin, provincia di Nangarhar, al confine con il Pakistan. Questa volta, nel mirino Usa ci sono i talebani. Il presidente potrebbe inviare un corposo contingente, tra i 3 e i 5mila soldati, per aumentare il pressing sugli integralisti afgani dando il via a nuove missioni di combattimento a tre anni dallo stop decretato da Obama nel 2014. Lo affermano alcuni media americani citando fonti del Pentagono. Attualmente sono 8.400 i militari Usa in Afghanistan, su un totale di 13mila militari Nato. Niente a che vedere col picco di 100 mila uomini toccato nel 2010-2011, prima che Barack Obama iniziasse la fase del ritiro.

Secondo una fonte anonima interna alla Casa Bianca, l’invio delle truppe è caldeggiato dai massimi consiglieri militari del presidente. Al momento Trump non ha ancora deciso se espandere la presenza militare americana in Afghanistan, potrebbe approvare il piano entro il 25 maggio, quando sarà a Bruxelles per il vertice Nato. Non a caso, perché il piano Usa per l’Afghanistan potrebbe prevedere anche il contributo da altri Paesi dell’Alleanza Atlantica. Di certo, nonostante il sostegno degli attuali 8.400 soldati Usa di stanza nel Paese, l’esercito regolare afgano continua a perdere terreno nel confronto con i talebani, mentre, anche dopo il lancio del Moab, persiste la presenza di un piccolo ma crescente seguito dello Stato Islamico.

Della pressione esercitata su Trump dai vertici militari in relazione a una svolta sull’Afghanistan aveva in precedenza già scritto il Washington Post. Segnalando una chiara insofferenza. A quasi 16 anni dall’invasione statunitense dell’Afghanistan e alla conseguente estromissione dei talebani dal potere, il Paese resta impantanato in una guerra civile dall’altissimo costo in vite umane, sia tra le forze di sicurezza che tra i civili, che vanifica qualsiasi sforzo di una vera ricostruzione.

Fonte: Repubblica

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