Roma, Monchi: “Totti? Questo è il suo ultimo anno. Convincerò Spalletti a restare”

ROMA – Timbro di voce pacato, ma determinato. Come lo sguardo, orientato verso uno scopo che avrà bisogno del coinvolgimento di ogni risorsa del club per essere raggiunto: tornare a vincere. Monchi si presenta a Trigoria in una settimana resa difficile dalla sconfitta nel derby e dal riavvicinamento in classifica del Napoli. Dal mantenimento del secondo posto dipenderà un certo tipo di possibilità nella pianificazione del futuro tecnico della società. La sua volontà, è sintetizzata da una domanda che ha voluto rivolgere in conferenza stampa: “Credete che abbia lasciato Siviglia, la mia casa, dopo tutti questi anni, per venire qui a non vincere?”.

“A ROMA POSSO ESSERE ME STESSO” – Con un approccio pacato il nuovo direttore sportivo della Roma ha affrontato le tematiche che più preoccupano l’ambiente giallorosso: l’assenza di vittorie negli ultimi anni, le strategie per il prossimo mercato e le situazioni legate ai rinnovi contrattuali di alcune delle risorse più importanti dell’organico. Dopo l’introduzione dell’ad Gandini, Monchi ha voluto spiegare i motivi che lo hanno portato a legarsi a Trigoria: “Non mi considero il miglior ds del mondo ma una persona fortunata nella carriera vissuta. Ci sono stati più club interessati, dal blasone forse più appetibile. Ma a Roma vedo enormi possibilità per crescere e sognare e, cosa assai fondamentale per me, sapevo che qui avrei avuto la chance di poter lavorare essendo me stesso”.

“QUI ANCHE PER SPALLETTI” – Poi il neo ds non ha nascosto la volontà di lavorare con un professionista del calibro di Spalletti: “Uno di questi era legato alla possibilità di lavorare con Luciano Spalletti. Ero e sono entusiasmato dal poter collaborare con un allenatore così importante e cercherò di realizzare questa opportunità. Al momento, però, non possiamo distrarci: la priorità è il mantenimento del secondo posto. Ma conservo la speranza che Luciano possa restare: è uno dei motivi che mi hanno attratto qui e proverò a trattenerlo”.

“GAP JUVE? LA CHIAVE E’ IL LAVORO” – Obiettivo primario avvicinarsi quanto più possibile alla Juve, ma senza lasciarsi andare a facili illusioni. “Se avessi la formula magica cercherei di sfruttarla a mio favore: la chiave è il lavoro. Non soltanto quello di comprare e visionare giocatori, ma molto di più. Credo – prosegue Monchi – che i tifosi della Roma meritino che i propri sogni vengano realizzati e tutti dobbiamo aiutare il club remando nella stessa direzione. Sono sicuro che anche qui ci riusciremo: il mio obiettivo è quello di unire tutti, da Pallotta ad ogni dipendente della società, per raggiungere i nostri traguardi”. Un traguardo che lo spagnolo considera raggiungibile: “E’ dura, ma nemmeno impossibile. Nella rosa attuale disponiamo di ottimi argomenti da sfruttare per ridurre le distanze, ma dobbiamo continuare a lavorare molto”.
“TOTTI? VOGLIO IL SUO AIUTO” – Monchi sta già lavorando maniacalmente per il nuovo club: “Sto seguendo tre corsi accelerati, uno di italiano, uno per imparare i nomi di tutti quelli che lavorano qui. E uno di ambizione: l’accesso diretto alla Champions fornisce un introito importante, che però non è tutto. Dobbiamo preoccuparci di qualificarci per il prestigio e per ciò che significa nel poter riuscire ad attirare calciatori importanti a Trigoria”. Per farlo serve l’aiuto di chi conosce da anni all’ambiente, e in particolare il capitano, Francesco Totti:: “Chiedo che Totti sia il più possibile vicino a me per poter imparare cosa è la Roma. Lui è la Roma e se riuscirò ad apprendere anche solo l’1% di ciò che lui sa su questo contesto, mi riterrò già fortunato”. Monchi, quindi, ha già tagliato il nuovo abito del capitano, in veste dirigenziale:” So che Francesco ha un accordo col club per diventare dirigente dopo questo suo ultimo anno da calciatore”, aggiunge a sorpresa.

ROMA COME IL SIVIGLIA – Tante le analogie tra le politiche del suo Siviglia, e quelle con cui si ritroverà a confrontarsi nella capitale: “Le mosse al Siviglia erano forzate, necessarie per cercare di competere con gli obiettivi ambiziosi che ci eravamo fissati. Fortunatamente siamo riusciti a mantenere un buon livello di conti economici, facendolo conciliare con quello dei risultati sportivi. E qui alla Roma elaboreremo la strategia migliore per conseguire i successi sul campo. Il problema non è vendere, ma comprare male. Secondo voi sono venuto qui, lasciando la mia casa, per non vincere?”.

“MERCATO? NESSUN CARTELLO ‘VENDESI'” – Dando per scontato il rinnovo di Daniele De Rossi, il nuovo direttore sportivo giallorosso spiega le politiche che del suo prossimo mercato: “Non sono qui per vendere fumo, lo ripeto: non esistono giocatori incedibili al mondo. La Roma non è costretta a vendere, analizzeremo però tutte le offerte che perverranno per valutarle in termini di remunerazione ma, soprattutto, dei nostri obiettivi tecnici. A Trigoria non c’è alcun cartello ‘Vendesi’, ma ‘Qui si vince'”, conclude.

 

Fonte: Repubblica.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *