9 regole per prevenire i tumori

146mila tumori, il 46% delle diagnosi fatte ogni anno in Italia. Sono i casi che si potrebbero evitare con la prevenzione: corretti stili di vita, screening e l’applicazione delle normative per il controllo dei cancerogeni ambientali. Strategie che promettono di salvare vite, e si traducono anche in un risparmio per il Sistema sanitario nazionale: per ogni euro investito infatti se ne recuperano quasi tre. A ricordarlo sono gli esperti dell’Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), in occasione della presentazione del rapporto sullo Stato dell’oncologia in Italia 2017, svoltasi ieri al Senato. Ma parlando di prevenzione, quali sono le principali norme da seguire? Ecco la lista stilata dall’Aiom.

Anzitutto si deve agire sulla prevenzione primaria, adottando comportamenti che minimizzino il rischio di sviluppare una neoplasia.
1. No al fumo
Il tabacco è responsabile di circa il 20-30% di tutti i tumori: 3 milioni di morti ogni anno, nel mondo, che si potrebbero evitare rinunciando alle sigarette.

Numerose e autorevoli ricerche, sottolineano gli esperti Aiom, confermano la pericolosità anche del fumo passivo, corresponsabile di neoplasie broncopolmonari e, soprattutto nei bambini, di disturbi allergici e respiratori.

2. Moderare il consumo di alcol
Le bevande alcoliche aumentano il rischio di cancro del cavo orale, della faringe, dell’esofago e della laringe. Sono correlate anche all’insorgenza di tumore del fegato e dell’intestino (in entrambi i sessi) e della mammella nelle donne.

3. Seguire la dieta mediterranea
Frutta e verdura, specie se crude, proteggono da numerose forme di tumore, in particolare a carico dell’apparato digerente e respiratorio. L’azione positiva è legata in particolare all’alto contenuto di fibre (che favorisce la maggior motilità intestinale, impedendo l’assorbimento di eventuali sostanze cancerogene) e all’elevata presenza di agenti antitumorali quali le vitamine antiossidanti. In Europa meridionale, dove ancora si segue la dieta mediterranea, povera di grassi animali e carne e ricca invece di pesce, olio di oliva, verdura, frutta, fibre e cereali, si ha una minor frequenza di neoplasie degli apparati respiratorio e digerente. Gli esperti consigliano inoltre di consumare regolarmente pane, pasta, riso ed altri cereali e di aumentare il consumo giornaliero di ortaggi, legumi e frutta fresca.

4. Controllare il peso
L’obesità e l’elevata assunzione di grassi costituiscono importanti fattori di rischio da evitare. È dimostrato che persone con un peso superiore del 40% rispetto a quello consigliato, presentano tassi più elevati di mortalità per cancro del colon-retto, della prostata, dell’utero, della cistifellea e della mammella.

5. Praticare attività fisica
Lo sport riduce in modo notevole le possibilità di sviluppare un cancro. Chi svolge una vita sedentaria infatti ha circa il 20-40% di rischio in più di ammalarsi. L’effetto protettivo dell’attività fisica praticata in giovane età dura nel tempo, ma è buona norma restare in movimento anche più avanti negli anni.

6. No alle lampade solari e attenzione a nei e noduli
La pericolosità delle lampade abbronzanti è ormai dimostrata oltre ogni dubbio, e vengono considerate cancerogene quanto le sigarette. Un’esposizione precoce, in particolare prima dei 30 anni, incrementa del 75% il rischio di sviluppare il melanoma. La presenza di nei è inoltre indice di una maggiore predisposizione allo sviluppo di neoplasie della pelle: vanno quindi tenuti sotto controllo, seguendo la cosiddetta regola dell’Abcde:

A: asimmetrie, quando, diviso idealmente con una linea centrale, presenta una metà diversa dall’altra
B: bordi, quelli irregolari e frastagliati sono più a rischio
C: colore, se cambia, si sfuma o sbiadisce, oppure si intensifica. A seconda della carnagione può cambiare anche il colore del neo. Nelle persone con pelle chiara i nei sono meno pigmentati, e viceversa. Attenzione quindi alle modificazioni di colore improvvise.
D: dimensioni, se il diametro aumenta costantemente.
E: evoluzione, nell’arco di poco tempo, sia se cresce di dimensioni, sia se diventa in rilievo.

7. Proteggersi dalle malattie sessualmente trasmissibili
Il 15-20% dei tumori deriva da infezioni che possono essere prevenute; fra queste alcune, come l’epatite o il papilloma virus, possono venire trasmesse attraverso i rapporti sessuali. Per proteggersi è bene utilizzare sempre il preservativo. È infatti l’unica barriera efficace contro questo rischio. Per usarlo correttamente va indossato fin dall’inizio del rapporto e per tutta la sua durata.

8. Evitare l’uso di sostanze dopanti
Gli steroidi anabolizzanti comportano un aumento del rischio di tumori, in particolare a fegato, prostata e reni. Le probabilità di ammalarsi aumentano con gli anni, soprattutto in chi li ha assunti per molto tempo.

9. La prevenzione secondaria
Ha l’obiettivo di individuare il tumore in uno stadio precoce, così da poterlo trattare in maniera efficace e ottenere un maggior numero di guarigioni. Può essere svolta individuando i sintomi iniziali della malattia (diagnosi precoce) o con indagini diagnostiche sulla popolazione che non presenta sintomi (screening).

Diagnosi precoce vuol dire tempestività, con la possibilità di individuare la malattia (o una lesione che ne precede la comparsa) nella fase iniziale. Questo offre il vantaggio di garantire cure efficaci, terapie poco aggressive e un’elevatissima probabilità di completa guarigione. Spesso la scoperta precoce di alcuni tra i tumori più diffusi (seno, collo dell’utero, colon) può essere attribuita ai programmi di screening. In Italia, secondo le indicazioni del Ministero della salute, il servizio sanitario nazionale fornisce gratuitamente accertamenti per la diagnosi precoce oncologica (con modalità che possono variare a livello regionale) e in particolare per:

– tumore del seno: mammografia ogni 2 anni per le donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni;
– cancro del collo dell’utero: Pap-test ogni 3 anni per le donne tra i 25 e i 64 anni;
– tumore del colon-retto: per uomini e donne ricerca del sangue occulto nelle feci ogni 24 mesi tra i 50 e i 69 anni.

 

Fonte: www.wired.it

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