Alitalia, Intesa frena. Delrio: “Lasciamo fuori Fs. Aiutiamo chi interviene”

ROMA – “Chiunque fosse disponibile a scommettere su questa impresa va aiutato, che siano fondi o altri vettori aerei: l’importante è non svendere, ma mantenere il patrimonio di Alitalia intatto e questo è il senso dell’intervento del governo con l’eventuale amministrazione straordinaria se verrà richiesta”. Lo ha dichiarato il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, parlando a SkyTg24. La liquidazione di Alitalia “fa parte degli scenari possibili, ma lavoriamo e continueremo a lavorare perché” questo non succeda, perché “le sofferenze, se possiamo, le vogliamo evitare per i lavoratori e per l’economia italiana”.

E ancora. Etihad non ha deluso con l’operazione Alitalia, anzi, “dobbiamo ringraziare gli azionisti emiratini perché hanno investito e mantenuto fede ai loro impegni”. Quindi, ha proseguito, “dobbiamo dire grazie a coloro che ci hanno creduto. Se non ci fosse stata Etihad, Alitalia sarebbe stata in liquidazione già due anni fa”. Semmai, ha concluso, “sono alcune strategie aziendali che hanno fallito”. Quello del trasporto aereo “è un mercato altamente competitivo, e per questo non bisogna trascinarci dentro aziende pubbliche che non hanno lo stesso core business: Ferrovie investe 6 miliardi nel nostro Paese e non dobbiamo distoglierla e trascinarla in un settore che non è il suo”, ha precisato Delrio escludendo un intervento di Fs nella partita Alitalia.

Del resto si sta lavorando alacremente per trovare una soluzione in extremis per rilanciare Alitalia. Una seconda versione del piano di salvataggio bocciato dal referendum, che riduca l’impatto della ristrutturazione sui lavoratori. Ci sta lavorando anche Intesa Sanpaolo, creditore e socio della compagnia (attraverso Cai), secondo quanto riferiscono a Repubblica fonti vicine alle trattative. Il tentativo sarebbe affidato a Gaetano Miccichè, presidente di Banca Imi e uomo dei dossier delicati di Ca’ de Sass, che starebbe mettendo a punto con l’aiuto degli advisor i termini di una nuova ipotesi di ristrutturazione. Il taglio degli stipendi del personale navigante, hostess e piloti, sarebbe ridotto dall’8 al 6%, e verrebbe garantito ai rappresentanti sindacali un ruolo, quantomeno da osservatori, negli organi decisionali della compagnia.

“Non esiste un piano B. Noi siamo una banca non siamo una compagnia aerea. Siamo aperti a qualsiasi soluzione. Non stiamo entrando nel capitale di Alitalia. Sono molto dispiaciuto dell’esito del referendum, ma non lo giudico. Continuerò a crescere per via endogena”, ha detto a margine dell’assemblea di Intesa SanPaolo, l’amministratore delegato del gruppo Carlo Messina. E’ chiaro comunque che si tratta di una strada alternativa per rasserenare il clima all’interno dell’azienda, conservando comunque una riduzione dei costi vicina a quella del piano originale e garantendo con un prestito ponte l’operatività fino all’autunno. Quando il vettore tricolore potrebbe esplorare eventuali alleanze o anche la vendita a un grande operatore internazionale.

Il più accreditato ad allearsi con Alitalia, già fattosi avanti nelle scorse settimane, sembra in queste ore Lufthansa, sebbene la compagnia tedesca ufficialmente preferisca non esporsi. La società tedesca negli ultimi mesi ha stretto una partnership commerciale sempre più stretta con Etihad, azionista di maggioranza di Alitalia, trattativa nell’ambito della quale si è ragionato anche delle sorti della compagnia italiana. Lo scenario migliore, quello a cui sta lavorando Intesa e che procederebbe in parallelo alla procedura di commissariamento, è arrivare a un eventuale tavolo con i tedeschi con una compagnia pacificata e una ristrutturazione già avviata. Quello peggiore, se invece il piano di risanamento non dovesse decollare, è quello dello spezzatino. Con la compagnia tedesca che rileverebbe Alitalia dopo la procedura di fallimento, quindi a costo zero, incamerando i suoi aerei di proprietà e solo una parte dei 12 mila dipendenti.

In serata è intervenuto anche il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan in un question time alla Camera. “Il governo non è disponibile a partecipare direttamente o indirettamente a un eventuale aumento di capitale della societa”, ha ribadito il ministro, rispondendo a un’interrogazione di Stefano Sassina (Si) che sollecitata un intervento di Cdp nel capitale di Alitalia. “Ove l’impresa delibererà di richiedere l’amministrazione straordinaria si procederà con la massima tempestività all’apertura della procedura e alla nomina dell’organo commissariale straordinario, con il compito di provvedere alla gestione dell’impresa e di predisporre l’eventuale programma che consenta una gestione conservativa dell’insolvenza”. “In questo contesto – ha puntualizzato – l’eventuale intervento finanziario dello stato sarebbe finalizzato esclusivamente ad evitare l’interruzione delle attività e sarà oggetto di approfondimento nelle prossime ore, anche
alla luce della documentazione e degli elementi informativi che saranno forniti dall’impresa”. Il ministro ha inoltre precisato che ‘l’eventuale intervento pubblico, dovrà avvenire nel quadro e nel rispetto delle disposizioni italiane ed europee sugli aiuti di stato”.

Fonte: La Repubblica

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