Parigi, sospesa campagna elettorale. Le Pen: “Chiudere frontiere ed espellere i sospettati”

PARIGI – Massima allerta a Parigi e in tutta la Francia, a due giorni dal voto, dopo l’attacco di ieri sugli Champs Elysées costato la vita ad un poliziotto e il ferimento di altri due. Emmanuel Macron, Marine Le Pen e Francois Fillon hanno sospeso tutti gli impegni di oggi della campagna elettorale, mentre altri candidati, tra cui Jean-Luc Melenchon, li hanno confermati.

Marine Le Pen. La candidata alle presidenziali per il Front National Marine Le Pen, vestita di nero in segno di lutto dopo l’attentato di ieri sera è stata la prima a parlare stamattina e in una conferenza stampa dal suo quartier generale a due passi dall’Eliseo ha usato toni durissimi: “Siamo in guerra contro un mostruoso totalitarismo”, ha detto. Le Pen ha invitato tutti all'”unità della nazione e alla lucidità”, denunciando il “lassismo e l’ingenuità”, ai quali “la nazione deve ora rinunciare”.

La candidata dell’estrema destra ha chiesto “solennemente” al presidente Francois Hollande il ripristino delle frontiere francesi.
“A questo presidente notoriamente inefficace, a questo governo effimero, segnato dall’inazione, come tutti i governi di destra e di sinistra da 10 anni – ha detto Le Pen – chiedo un ultimo sussulto, prima di lasciare il potere, gli chiedo solennemente di ordinare il ripristino effettivo delle nostre frontiere in virtù del trattato di Schengen e procedimenti amministrativi o penali immediati per gli schedati a rischio di adesione all’ideologia del nemico”.

“Questa guerra ci viene fatta senza pietà” e “la Francia è presa di mira non per ciò che fa ma per ciò che è”, ha detto Le Pen in un discorso dal suo quartier generale. “La risposta deve essere globale, totale, quella dell’intero Paese”, ha affermato la candidata, chiedendo al governo l’espulsione di “tutti gli schedati S” (i sospettati di radicalizzazione, ndr)

In realtà, secondo le informazioni di Le Monde, il responsabile dell’attacco di ieri, Karim Cheurfi, non era schedato come radicalizzato ma come criminale comune, anche se in febbraio era stata aperta un’inchiesta dal polo anti-terrorismo dopo minacce alle forze dell’ordine. Inoltre risiedeva a Seine-et-Marne, a pochi chilometri da Parigi.

 

Fonte: La Repubblica

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