E-bike, il motore nella ruota. Pedalata facile e hi-tech

LA MOBILITA’ cittadina sta cambiando e il futuro del trasporto in ambito urbano sarà sempre più chiuso alle automobili e ai mezzi a motore inquinanti e sempre più aperto a chi si sposta in maniera sostenibile, soprattutto a piedi e in bicicletta ma anche con veicoli ad alimentazione elettrica. La tendenza è confermata dal fatto che la lotta all’inquinamento ha spinto numerose città del mondo – come Londra e Parigi – a ripensare la propria mobilità privilegiando spostamenti a impatto zero e amici dell’ambiente, perché la qualità dell’aria è un bene sociale indisponibile e non negoziabile: perciò si stanno fissando dei paletti per disincentivare la circolazione dei mezzi inquinanti.

In questo contesto globale di maggior attenzione per l’ambiente, nonostante le recenti prese di posizione pro combustibili fossili del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, l’ascesa della bici elettrica a pedalata assistita come mezzo di trasporto è già una realtà e ha buone prospettive di crescita: nel 2016, stando alle proiezioni di Navigation Research, nel mondo ne sono state vendute 35 milioni e il trend è positivo. In particolare in Italia il mercato delle bici elettriche sta ampliando la platea di potenziali “pedalatori assistiti”: lo certifica un recente sondaggio commissionato a OnePoll da Shimano, principale produttore di componentistica per biciclette, secondo cui l’85 per cento del campione intervistato sarebbe interessato ad utilizzare una bici elettrica a pedalata assistita per i propri spostamenti, al posto dei mezzi pubblici. E secondo il 48 per cento degli intervistati le e-bike in futuro andranno a sostituire altri veicoli a motore, come ad esempio gli scooter.

Il terreno per lo sviluppo dell’e-bike in chiave di mezzo di trasporto cittadino, dunque, è fertile anche nel Belpaese, dove sono presenti soluzioni per trasformare una bici da tradizionale a pedalata assistita semplicemente sostituendo la ruota posteriore: una la propone Ducati Energia e si chiama FreeDUCk. La “motoruota” contiene al suo interno il motore, la batteria e tutta la tecnologia necessaria per il suo funzionamento: un prodotto all-in-one disponibile in due misure (26 e 28 pollici) per adattarsi a diversi tipi di telaio.

LINK VIDEO – DUCATI ENERGIA FREEDUCK

Nello specifico, la FreeDUCk deriva dalla Copenhagen Wheel e, come spiega il vicepresidente di Ducati Energia Andrea Onado, responsabile della e-Bike Division del Gruppo: “È un prodotto concepito per gli spostamenti urbani e adatto anche alle strade bianche, con un motore da 250 W, sensore di movimento e sensore di coppia: tramite il bluetooth si possono regolare i 5 livelli di assistenza della batteria e lo schermo del proprio smartphone diventa una sorta di cruscotto dove è possibile visualizzare tutte le informazioni relative alla pedalata”. Tra le modalità è prevista anche quella “fitness” in cui parte dell’energia della pedalata viene utilizzata per ricaricare leggermente la batteria: la ricarica completa avviene tramite una normale presa elettrica in circa 3 ore e i chilometri di autonomia sono 60.

Guardando le immagini ci si rende conto che la FreeDUCk è stata progettata con un design non invasivo, per non appesantire l’estetica della bici: la ruota completa pesa circa 9 chili ma la ripartizione del carico assiale non inficia la pedalata. L’obiettivo dichiarato è quello di sostituire lo scooter in ambito urbano, rendendo gli spostamenti casa-lavoro più efficienti e sostenibili e oltre alla sola “motoruota” per trasformare le due ruote tradizionali in e-bike, Ducati Energia propone anche 4 modelli di bici complete. Pur in assenza di un piano nazionale d’incentivi per lo sviluppo della mobilità sostenibile, nel 2017 in Italia l’ascesa delle bici a pedalata assistita non accenna ad arrestarsi.

La domanda di e-bike è crescente e praticamente ciascun costruttore ha in catalogo uno o più modelli a pedalata assistita, per soddisfare le esigenze di una clientela ampia e diversificata, fatta anche di neofiti che magari hanno deciso di rimettersi in sella dopo anni di inattività e di vita sedentaria, dunque con la necessità di spostarsi in mezzo al traffico ma senza faticare troppo e potendo pedalare agilmente anche in salita. L’investimento che si fa per acquistare una bici elettrica dovrebbe essere visto in un’ottica di medio/lungo periodo, pensando a quanto si riuscirà a risparmiare rispetto all’utilizzo di un mezzo come lo scooter o l’automobile, ben più dispendioso.

Le tipologie di e-bike presenti sul mercato sono davvero moltissime, ciascuna con i suoi pro e i suoi contro: di solito il peso è inversamente proporzionale al costo, quindi più leggera è e più costerà, ma ad incidere sul prezzo ci sono anche altre caratteristiche come la tecnologia impiegata, la componentistica e soprattutto la capacità delle batterie. Anche in questo caso bisogna capire quali sono le proprie reali esigenze e occorre informarsi bene perché il settore, in continua evoluzione, presenta una varietà di scelta davvero notevole.

Tra le recenti innovazioni made in Italy nel settore c’è Bike + di Zehus, spin off del Politecnico di Milano, un sistema integrato per bici elettrica a pedalata assistita che non ha bisogno di ricarica in quanto immagazzina l’energia prodotta quando si pedala in discesa o a frequenza sostenuta e la rilascia per aiutare chi pedala in fase di partenza e in salita: il tutto alloggiato in un hub nel mozzo posteriore con batterie, sensori e motore e dal peso di 3 chili. Attualmente il modello di business proposto da Zehus è quello del B2B, dunque non vendita diretta al cliente finale ma partnership con diversi costruttori, italiani ed esteri, che hanno deciso di installare questa tecnologia per allargare la gamma dei loro listini anche al mondo dell’e-bike.

Sul fronte delle novità le piattaforme di crowdfunding e le startup specializzate offrono sempre molti spunti di riflessione e prodotti dal design avveniristico, come ad esempio due tipi di ruote elettriche anteriori per elettrificare praticamente qualsiasi tipo di bici: come la GeoOrbital che promette di trasformare una bici in e-bike in 60 secondi, così come la UrbanX, un prototipo attualmente in fase di lancio su Kickstarter che ha già ampiamente superato la cifra da raccogliere e che presto dunque entrerà in produzione. Il forte interesse per il settore dell’e-bike dimostra che il futuro della mobilità urbana sarà a due ruote e alla portata di tutte le gambe: per andargli incontro è sufficiente dare il primo colpo di pedale.

 

Fonte: Repubblica.it

 

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