Parte il fondo salva-imprese: QuattroR raccoglie 711 milioni, Cdp primo socio

MILANO – Dopo una gestazione piuttosto lunga, prende finalmente il via l’operatività del fondo salva-imprese animato dalla Cdp. E’ stato infatti siglato il primo closing del Fondo QuattroR, che ha in canna oltre settecento milioni di euro di cartucce da sparare nel tessuto di medie imprese italiane. Tra gli investitori ci sono nomi noti quali la Cassa depositi e prestiti (il pivot dell’operazione), con Inail, Inarcassa, Cassa Forense. Nei mesi scorsi si era associato al veicolo anche il nome di Poste Vita, che non compare invece tra quelli citati ora ai nastri di partenza.

A gestire il veicolo è la sgr QuattroR, presieduta da Andrea Morante e guidata dall’ad Francesco Conte. Alla Cassa è stato nelle scorse settimane attribuito un investimento nell’ordine dei 300 milioni, mentre l’obiettivo finale del fondo è quello di portare la raccolta (il primo closing è di 711 milioni, per la precisione) al miliardo e mezzo, anche attraverso il ricorso ai capitali esteri e il rendimento indicato in passato è del 10-15%.

Di questo strumento, che si impegna a investire in società di taglia media e medio-grande, si è parlato da tempo: istituito formalmente con il decreto Sblocca Italia, affonda la sua radice nella gestione precedente della Cassa. Ma è stato varato solo all’alba della scorsa estate e si pensava che in autunno riuscisse a diventare operativo. Si è dovuto aspettare qualche mese in più, ma l’avvio dell’operatività è finalmente arrivato.

Morante è ceo di Sergio Rossi, ex ceo di Pomellato ed ex banker Credit Suisse e Morgan Stanley, mentre Conte ha lavorato in Bain & Co, BC Partners e LBO Italia.

Il modus operandi del Fondo QuattroR sarà quello di ricercare società italiane – nomi noti, si assicura – di taglia tra 50 milioni e miliardo: un universo popolato da quasi 500 soggetti. Le aziende oggetto d’investimento dovranno avere un conto economico sostenibile (ebitda positivo), ma difficoltà dal punto di vista finanziario o patrimoniale. Non è prevista una specializzazione settoriale (gli unici mondi off-limit sono immobiliare e finanziario): i requisiti richiesti per l’investimento sono che le aziende-oggetto abbiano un marchio riconoscibile, o tecnologie che le rendono leader nel loro campo d’azione. “È previsto un investimento minimo di capitale di rischio pari a 20 milioni di euro. La dimensione media dei singoli investimenti sarà compresa indicativamente tra i 50 e i 100 milioni di euro”, dice la nota che annuncia il closing. L’obiettivo è avere una partecipazione rilevante, in modo da garantirsi un’azione incisiva di governance per puntellare il patrimonio e ampliare il giro d’affari. Non a caso, le quattro R del nome del Fondo sono: Ricapitalizzare, Ristrutturare, Riorganizzare e Rilanciare.

In passato erano stati avvicinati al fondo i nomi del gruppo Canepa (tessitura) e Tecnica (scarponi da sci e scarpe da montagna), ma sono investimenti tramontati. Della ventina di dossier guardati in maniera un po’ più approfondita, almeno uno sarebbe in dirittura d’arrivo.06

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