Higuain seppellito dai fischi del San Paolo. Hamsik evita la beffa

MAREK Hamsik e Gonzalo Higuain. Il campione fedele e quello che invece ha voluto la Juve. Sono i due simboli della serata del San Paolo: bordata incessante di fischi per il Pipita che non riesce a camuffarsi neanche con l’insolita maglia blu indossata dalla squadra di Allegri (il Napoli in bianco).

È il bersaglio di una contestazione rumorosa, costante ma civile. L’ovazione, ovviamente, è riservata al capitano che firma l’1-1 finale, settimo gol alla Juve. Higuain l’ha scelta in estate e il trattamento speciale comincia durante il riscaldamento, quando il muro del suono rischia seriamente di crollare per l’intensità della protesta, accompagnata pure da qualche coro e dai cartoncini di scherno, presenti nei Distinti. Il Pipita non alza mai lo sguardo, si concentra sulla partita.

La Juve mostra la personalità della grande squadra. Il gol in spiana la strada: il Napoli non è reattivo sulle seconde palle in mediana e consente a Khedira di inserirsi alla perfezione dopo appena 6’: scambio con Pjanic e conclusione che supera Rafael, al ritorno in campionato dopo più di due anni. Il vantaggio è un po’ una doccia fredda per un Napoli non irresistibile. La marcia ingranata è troppo passa per fare la differenza: la manovra risulta prevedibile. Mertens va a sbattere contro il muro Chiellini. Cerca di arretrare, ma è poco incisivo.

È Hamsik a suonare la carica dopo mezz’ora. C’è effettivamente maggiore intensità nella circolazione della palla, Buffon — però — non deve compiere interventi particolari. L’occasione migliore è di Mertens che è in buona posizione, ma gli manca la potenza necessaria. Hamsik e Insigne, invece, ci provano dalla distanza e sono imprecisi. La Juve, dal canto suo, controlla sorniona. Higuain ha un solo spunto su Hysaj, poi lo guardano a vista Albiol, Koulibaly e i 50 mila del San Paolo che si trasformano in un allarme infallibile per i marcatori del campione argentino.

L’attenzione del pubblico si sposta pure sul tentativo di rimonta del Napoli che comincia la ripresa con l’atteggiamento giusto. Il segnale è di Mertens: la scivolata su Higuain è una scarica d’adrenalina per tutti i compagni. L’1-1 arriva al 15’: Hamsik legge alla perfezione l’assist di Mertens e supera Buffon con una conclusione potente.

Il belga prova a mettersi in proprio, quando in- tercetta il passaggio all’indietro di Asamoah al 19’: vince pure il contrasto con Buffon e solo il palo frena il possibile vantaggio. Sarri non si accontenta e inserisce Zielinski al posto di Allan. Il San Paolo ci crede e il trattamento riservato ad Higuain per circa un’ora viene esteso per par condicio a tutti i giocatori della Juventus quando sono in possesso di palla. Il finale è incandescente: sia Sarri che Allegri provano a vincerla. Il Napoli punta su Rog e Ghoulam, la Juve su Dybala negli ultimi dieci minuti. Finisce così. Con un campione da amare. L’altro, ormai, appartiene al passato.

Fonte: napoli.repubblica.it

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