Papa a Milano dagli ultimi. Sui giovani: “Sottoposti a zapping continuo, nostro dovere aiutarli a capire” / Diretta twitter

“Incontrarti è un sogno”, gli scrivono sugli striscioni. E lui risponde: “La Chiesa deve andare incontro a tutti, anche nelle periferie, anche ai non credenti”. Papa Francesco arriva a Milano. I primi fedeli si sono ritrovati già prima dell’alba nella periferia in via Salomone, Duomo gremito alle 8. Alle 8.17 Francesco atterra (portando il sole dopo un risveglio nella nebbia), folla di fedeli anche in aeroporto (FOTO). Ad attenderlo allo scalo di Linate, oltre all’arcivescovo Angelo Scola, i vertici delle istituzioni – il sindaco Beppe Sala, il govenatore lombardo Roberto Maroni, la prefetta Luciana Lamorgese – che non incontrerà più nel resto della giornata dedicata tutti agli “ultimi”.

La prima tappa è alle ‘Case bianche’ del quartiere popolare di via Salomone, cintura est della città, terra di frontiera dove sono presenti i problemi sociali della città. Qui la visita a tre famiglie: due anziani, madre padre e tre bimbi musulmani, un disabile gravissimo assistito dai parenti. Poi la preghiera in strada, davanti alla parrocchia di San Galdino, con gli abitanti arrivati anche dai quartieri limitrofi. Migliaia di persone, e due doni speciali per Francesco, consegnati dai bambini: una stola da sacerdote e una immagine della statua della Madonnina che da sempre è nel cortile delle case popolari. E’ al popolo delle case popolari che Francesco lancia il suo messaggio: “La Chiesa deve andare incontro a tutti, nelle periferie, anche ai non credenti e ai non cristiani”.

Alle 11 l’appuntamento con i preti, le suore e i religiosi della Diocesi ambrosiana, in Duomo, sempre con l’arcivescovo Angelo Scola al suo fianco. Migliaia di persone ad attenderlo, un momento di preghiera silenziosa nella cripta. E poi il discorso al clero, incentrato sul significato di “sfida”: “Non dobbiamo temere le sfide: quante volte si sentono lamentele su quest’epoca, ma non bisogna avere timore”. Le sfide, dice, “bisogna prenderle per le corna, come i buoi: dobbiamo piuttosto temere una fede senza sfide, che si ritiene completa”. In piazza Duomo alle 11.30, Bergoglio recita l’Angelus sul sagrato della cattedrale, in una piazza gremita da 100mila milanesi arrivati a piedi fin dalle prime ore del mattino per riuscire a trovare posto.

Francesco risponde alle domande fatti dai diaconi e dai preti presenti. E dice: “I nostri giovani sono sottoposti a uno zapping continuo: ci piaccia o no, è il mondo in cui sono inseriti, nostro dovere come pastori è aiutarli ad attraversare questo mondo”. Il Papa ha donato un calice alla Chiesa di Milano, e il cardinale Scola ha spiegato: “Noi, a nostra volta, abbiamo fatto un altro dono: 50 appartamenti donati dalla Caritas”. Il riferimento è agli alloggi popolari che verranno consegnati a famiglie in difficoltà: Francesco dà le chiavi alle prime quattro famiglie.

Ingenti le misure di sicurezza dal centro città fino al carcere di San Vittore, dove il Pontefice arriva per le 12. Incontro con tutti i 900 detenuti e pranzo con 100 di loro, che hanno anche cucinato. Un breve riposo nell’ufficio del cappellano don Recalcati e poi alle 14 di nuovo in macchina per raggiungere il parco di Monza, dove alle 15 inizia la messa. Quasi un milione i fedeli presenti. Ultima tappa, alle 17, stadio di San Siro: 80mila ragazzi cresimandi con parenti ed educatori. Il saluto del Pontefice, alla Milano che verrà.

 

Fonte: Repubblica.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *